Nelle ultime ore il gruppo Nestlé ha messo nero su bianco una svolta che non lascia indifferenti: un ridisegno profondo dell’organizzazione globale, un piano di risparmi più ambizioso e risultati dei nove mesi che mostrano un’accelerazione nel terzo trimestre. Oggi, 16 ottobre 2025, la multinazionale ha confermato un headcount reduction di circa 16.000 posizioni nell’arco di due anni (confronto e consultazioni dove previste per legge) e l’innalzamento dell’obiettivo di efficienze a 3 miliardi di franchi svizzeri entro il 2027. In parallelo, i conti mostrano crescita organica in miglioramento e un segnale di ritmo ritrovato su categorie chiave come caffè e confetteria.

Questa ripartenza arriva in un passaggio di leadership che pesa: al vertice c’è Philipp Navratil, nominato a settembre, mentre la presidenza è passata dal 1° ottobre a Pablo Isla. Le novità societarie non sono cosmetiche: si accompagnano a target finanziari chiari – margine operativo sottostante almeno al 16% nel 2025 e free cash flow sopra gli 8 miliardi di franchi – e a un perimetro industriale che si sta alleggerendo nei costi e affinando nelle priorità commerciali. Voi, intanto, cosa vi aspettate da un colosso che promette più velocità e responsabilità?
Il piano “Fuel for Growth”: numeri, tempi, impatto
Il disegno è scandito da cifre molto concrete. La riduzione di circa 12.000 ruoli impiegatizi più 4.000 posizioni nelle aree manifattura e supply chain punta a generare 1 miliardo di franchi di risparmi annui a regime per la componente white collar; l’intero programma porta il traguardo complessivo delle efficienze da 2,5 a 3 miliardi entro il 2027. Previsti oneri di ristrutturazione pari a circa due volte il risparmio annuo. Scelte difficili, promesse di trasparenza verso i lavoratori e un perimetro globale da riequilibrare con l’automazione e la semplificazione dei processi.
Il mercato ha letto la mossa come parte di un reset di cultura manageriale: performance prima di tutto, portfolio sotto revisione dove non si crea valore ed esecuzione più veloce. Il messaggio è arrivato insieme ai numeri del trimestre e ha avuto ampia eco nelle principali piazze finanziarie e nell’industria alimentare europea. Ma per noi conta un punto: il cronoprogramma c’è, gli obiettivi sono misurabili e il conto alla rovescia è iniziato oggi.
La nuova catena di comando
Philipp Navratil ha ereditato un dossier complesso dopo la rimozione di Laurent Freixe a inizio settembre per violazione del codice di condotta. La cronaca societaria delle scorse settimane è stata aspra, e proprio per questo il perimetro decisionale adesso è nitido: un CEO con mandato forte, una CFO, Anna Manz, che presidia numeri e cassa, e un Chairman – Pablo Isla – che porta in dote anni di disciplina operativa maturati nel retail globale.
Il ricambio ha toccato anche le business unit: Nespresso avrà dal 1° novembre Alfonso Gonzalez Loeschen come nuovo CEO, segno che il caffè è uno dei motori dove si chiede più spinta, più innovazione e più trazione digitale. Una filiera che, non a caso, nei tre mesi estivi ha fatto segnare una crescita organica tra le più dinamiche del gruppo.
I conti dei nove mesi 2025: dove accelera la crescita
Nei nove mesi 2025 il gruppo ha registrato vendite riportate per circa 65,9 miliardi di franchi (l’effetto cambi resta un freno), crescita organica al 3,3% con RIG 0,6% e prezzi +2,8%. La crescita organica del terzo trimestre è salita al 4,3% con RIG 1,5%: è il segnale che gli investimenti in innovazione, posizionamento e canali stanno sedimentando. E‑commerce in progresso a doppia cifra e peso sul fatturato al 20,2%. Sono dettagli che contano, perché raccontano di una macchina commerciale che ha ripreso a ingranare.
Guardando alle geografie, l’Europa viaggia con +4,3% di crescita organica nei nove mesi e +5,8% nel terzo trimestre (RIG +2,0%, prezzi +3,8%), con caffè e confetteria a trainare. Nell’area AOA (Asia, Oceania e Africa) il quadro è misto: fuori dalla Grande Cina la crescita organica tocca il 5,3% nei nove mesi, mentre in Cina prosegue un percorso di risanamento con volumi e prezzi in terreno negativo.
Categorie: il caffè guida, la confetteria segue, il pet care rallenta
Per categorie, caffè e confetteria sono i primi contributori alla crescita. Il caffè, in particolare, beneficia di una domanda più resiliente e di una pipeline di innovazioni che spinge l’offerta – dalle solubili Nescafé agli RTD, fino alle piattaforme Nespresso dove il terzo trimestre ha segnato un +8,5% organico. La confetteria corre ma sconta ancora elasticità ai prezzi in alcuni mercati.
Più complesso il momento del PetCare, con dinamiche contrastate tra gatto (meglio) e cane (più debole nei segmenti mainstream), mentre acque e premium beverages mantengono un passo positivo, sostenuto – in Europa – anche da S.Pellegrino e Acqua Panna. Si tratta di aree in cui la ricerca di efficienze convive con la spinta alla premiumizzazione.
Italia: investimenti industriali e ricadute attese
L’Italia resta nel raggio strategico di Nestlé. A Mantova è in marcia il progetto della nuova fabbrica Purina per alimenti umidi per animali, sostenuto da 60 milioni di aiuti di Stato approvati a maggio dalla Commissione europea e incardinato in un investimento complessivo annunciato nel 2024. Un segnale chiaro: filiera locale, competenze e logistica al centro di una crescita che guarda al medio periodo.
Sul fronte dei marchi iconici nel Paese – S.Pellegrino, Acqua Panna, Levissima, oltre a Buitoni e Perugina – il trimestre europeo ha mostrato volumi in miglioramento e prezzi ancora in aumento, con quote in progresso nelle acque minerali. Chi lavora e vende in Italia percepirà l’effetto del piano globale soprattutto nelle funzioni centrali: l’impegno dichiarato è gestire il ridisegno degli organici con ascolto e strumenti di ricollocazione dove possibile.
Nespresso e l’ecosistema del caffè: perché conta adesso
Il passaggio di consegne ai vertici di Nespresso è più di un avvicendamento. Nel terzo trimestre, il sistema in capsule e macchine ha accelerato grazie a nuove edizioni, formati doppio espresso, accessori e iniziative dirette al consumatore. È un laboratorio di marketing e marginalità che influenza il resto del gruppo, anche nei canali out‑of‑home dove la crescita resta vivace. Voi che bevete caffè ogni giorno, lo sentite quando l’innovazione è vera, no?
L’altro lato della medaglia è il lavoro sul prezzo: tra energia, materie prime e dazi, le leve restano tese. Qui la disciplina che Pablo Isla ha mostrato in carriera – assortimento, rotazioni, precisione esecutiva – può diventare un vantaggio competitivo, a patto di non smarrire il ritmo dell’innovazione e la qualità dell’esperienza per chi acquista.
Consumatori e filiere: cosa cambia davvero
Per chi compra, l’effetto più tangibile è la continuità di gamma su categorie consolidate e una spinta sull’e‑commerce che semplifica la vita: click, consegna, riacquisto. Per chi produce, soprattutto nei siti europei, il 2025‑2027 sarà un periodo di trasformazione: automazione, shared services, formazione. A voi interessa il come: qualità costante, informazioni trasparenti, prezzi comprensibili. È il banco di prova su cui i grandi gruppi si giocano fiducia e futuro.
Di fronte a decisioni drastiche, il punto è non perdere la bussola del valore per chi lavora e del valore per chi compra. Se i prossimi trimestri confermeranno crescita organica in miglioramento e margini in linea con la guida, questo reset avrà un senso industriale. Diversamente, toccherà correggere di nuovo la rotta. Oggi, però, i dati e gli obiettivi sono sul tavolo: misurabili, pubblici, sfidanti.