Alla conferenza ComoLake 2025 a Cernobbio, la consigliera di Stato Brunella Bruno ha ribadito che l’uso dell’intelligenza artificiale nella giustizia amministrativa serve a rendere più efficiente il lavoro dei giudici senza sostituirne il giudizio. Una linea che mette al centro la persona e rafforza trasparenza e responsabilità, con scelte tecnologiche circoscritte e governate con prudenza.

Un equilibrio dichiarato a Cernobbio
Nel confronto pubblico ospitato dal Digital Innovation Forum di ComoLake 2025, Brunella Bruno ha chiarito che gli strumenti di AI generativa sono impiegati per supportare l’analisi, non per la stesura di provvedimenti, così da evitare automatismi e preservare la centralità della decisione umana. L’efficienza, ha ricordato, è un obiettivo legittimo solo se accompagnata da etica e trasparenza. Il messaggio, affidato a un’intervista diffusa da Adnkronos, ha dato il tono all’intera discussione su innovazione e garanzie nel processo amministrativo.
A cornice delle sue parole c’è il nuovo quadro regolatorio europeo: l’AI Act è entrato in vigore nell’agosto 2024 e si applica per fasi, con i divieti principali già effettivi dal 2 febbraio 2025 e gli obblighi per i modelli di general-purpose in vigore dal 2 agosto 2025. Questo calendario consolida l’indirizzo espresso da Bruno, che rivendica una strategia partita prima delle ultime norme europee e della legge nazionale del 2025, in coerenza con un approccio “human-in-command”.
La piattaforma e la trasformazione digitale della Giustizia amministrativa
Il percorso descritto a ComoLake si innesta su una piattaforma di business intelligence e intelligenza artificiale realizzata nell’ambito del PNRR, collaudata con esito positivo il 30 settembre 2024 e presentata ufficialmente nel luglio 2025. L’infrastruttura offre cruscotti di analisi e strumenti statistici per la governance, oltre a componenti di AI progettate come supporto alle attività accessorie di magistrati e personale, nel pieno rispetto dell’autonomia del giudice. Un progetto premiato anche con l’Agenda Digitale 2024.
L’ammodernamento tecnologico si è legato alla migrazione verso il cloud in linea con il principio nazionale del “cloud first” e alla reingegnerizzazione dei processi nel solco del processo amministrativo telematico. Ridurre tempi e oneri ripetitivi non è mai stato un fine in sé, ma un mezzo per concentrare l’attenzione sul merito delle controversie. Il disegno complessivo, illustrato da Bruno, insiste su interoperabilità, sicurezza e tracciabilità come condizioni per una vera giustizia digitale.
Governance, responsabilità e cornice normativa
Perno dell’innovazione è una governance interna che coinvolge magistrati, dirigenti e tecnici, con controlli costanti e indipendenti sul ciclo di vita degli algoritmi. Questa architettura di responsabilità evita scorciatoie e garantisce presidi etici in ogni fase: dalla progettazione all’uso quotidiano degli strumenti. L’obiettivo dichiarato resta una giustizia più accessibile, rapida, leggibile dai cittadini, senza deroghe alla tutela dei diritti fondamentali.
Il contesto nazionale rafforza tale impostazione: nel 2025 l’Italia ha approvato una legge organica sull’AI, allineata all’AI Act, che definisce sanzioni, poteri di vigilanza e percorsi di sperimentazione in ambito giudiziario. Diverse analisi indipendenti hanno messo in luce come la normativa punti su sicurezza, trasparenza e formazione, con misure di accompagnamento e un quadro sanzionatorio coerente con il diritto europeo.
Segnali di sistema: premi, voci istituzionali e il ruolo del Forum
Il cammino non passa inosservato: alla Giustizia amministrativa è stato conferito il ComoLake Award 2025 per l’innovazione digitale, riconoscimento che segue il premio dell’Osservatorio del Politecnico di Milano dell’anno precedente. Nel ritirarlo, il Segretario generale Giulio Castriota Scanderbeg ha richiamato la collaborazione con il Dipartimento per la Trasformazione Digitale, segno di una sinergia pubblico-pubblico che ha dato continuità e metodo ai risultati.
La cornice del Digital Innovation Forum – ComoLake 2025, ospitata a Villa Erba dal 14 al 17 ottobre, ha riunito istituzioni, università e imprese attorno a temi che vanno dall’AI al quantum, dalle infrastrutture alla sanità digitale. Interventi come quelli dei sottosegretari Alessio Butti e Alberto Barachini hanno intrecciato politiche pubbliche e innovazione, con richiami alla solidità della nuova legge e alla necessità di accelerare la transizione digitale del Paese.
Cosa cambia per cittadini e operatori
Per i giudici e il personale, l’adozione di strumenti di analisi avanzata significa meno tempo su compiti ripetitivi e più spazio per l’istruttoria sostanziale dei ricorsi. Per i cittadini, significa decisioni più tempestive e meglio documentate, con trasparenza sui dati e sulle metriche di performance. Una macchina amministrativa che “spiega” di più è anche una macchina che si fa capire meglio. Questa è la direttrice indicata dalla piattaforma e dalle scelte organizzative descritte da Bruno.
Allo stesso tempo, l’AI Act fissa paletti chiari: già dal 2 febbraio 2025 sono vietate pratiche ad alto rischio per i diritti, mentre dal 2 agosto 2025 scattano regole specifiche per i modelli di uso generale, inclusi requisiti di trasparenza e governance. È un’architettura che aiuta a distinguere tra supporto tecnico e decisione, sancendo che il controllo finale resta umano. È qui che efficienza e garanzie trovano un punto di incontro.
Domande in primo piano
L’AI scrive le sentenze? No. Gli strumenti citati sono impiegati per analisi e supporto, non per generare testi decisori né per automatizzare il giudizio, che rimane prerogativa esclusiva del magistrato.
Cosa garantisce l’etica nell’uso dell’AI? Una governance interna con competenze giuridiche e tecniche, controlli indipendenti e tracciabilità dei processi, in coerenza con i principi di trasparenza e tutela dei diritti fondamentali.
Quali regole europee sono già in vigore? I divieti per alcune pratiche e gli obblighi di alfabetizzazione sono attivi dal 2 febbraio 2025; le regole per i modelli di uso generale e la governance sono operative dal 2 agosto 2025, con ulteriori tappe fino al 2027.
Qual è il valore della piattaforma della Giustizia amministrativa? Offre cruscotti e analisi per migliorare la gestione e la trasparenza, mantiene la decisione in mano al giudice e ha ricevuto riconoscimenti nazionali per l’innovazione.
Perché ComoLake è un punto di riferimento? Perché mette allo stesso tavolo istituzioni, imprese e ricerca su AI, infrastrutture e servizi pubblici, creando un contesto in cui politiche e tecnologie si incontrano con obiettivi concreti.
Una traiettoria che misura l’innovazione sul rispetto dei diritti
Le parole di Brunella Bruno colgono l’essenza del momento: la giustizia amministrativa sta usando l’AI come leva di efficienza senza perdere di vista la responsabilità verso le persone. Non è una rincorsa all’ultima novità, ma una scelta di metodo, sostenuta da regole europee, da una legge nazionale e da una piattaforma che premia la qualità dei processi. È questa la rotta che, a nostro giudizio, potrà consolidare fiducia nella giustizia digitale, perché il progresso ha senso solo se serve la comunità.