Nel panorama della sicurezza digitale, la certificazione delle competenze non è più un orpello, ma una necessità strategica per misurare affidabilità e responsabilità professionale. In questo quadro, Fata Informatica consolida una posizione di rilievo, proponendo percorsi di qualificazione costruiti su standard misurabili e verificabili, con un’attenzione puntuale all’esigenza delle organizzazioni pubbliche e private.

Accreditamento che fa la differenza
La peculiarità che distingue Fata Informatica è l’accreditamento per la certificazione del personale secondo la norma ISO/IEC 17024:2012, rilasciato dall’ente unico nazionale Accredia. L’accreditamento impone procedure di valutazione indipendenti e ripetibili, assicurando che i certificati attestino competenze effettive e aggiornate, non semplici dichiarazioni d’intento. Il valore di questo schema nasce dal ruolo pubblico di Accredia e dall’architettura europea dell’accreditamento, che lega requisiti, verifiche e controlli periodici al fine di garantire l’affidabilità del processo di certificazione in ogni fase, dall’esame iniziale alla sorveglianza nel tempo.
Il riconoscimento non resta confinato ai confini nazionali. L’adesione di Accredia agli Accordi multilaterali con EA, IAF e ILAC favorisce la spendibilità internazionale dei certificati emessi dagli organismi accreditati, poiché gli enti firmatari riconoscono reciprocamente l’affidabilità delle certificazioni conformi alla ISO/IEC 17024. È un meccanismo che, pur non equiparando automaticamente gli schemi professionali Paese per Paese, facilita la circolazione delle qualificazioni su mercati diversi, riducendo ridondanze e barriere all’accettazione.
Standard UNI ed e-CF: la spina dorsale delle competenze
Le qualifiche proposte da Fata Informatica sono costruite su norme tecniche UNI e allineate al quadro europeo delle competenze e-CF (UNI EN 16234-1). Questo significa che profili come Ethical Hacker, Digital Forensic Expert, SOC Specialist e Information Security Officer (CISO) vengono valutati rispetto a conoscenze, abilità e livelli di padronanza chiaramente definiti, comprensibili ai datori di lavoro, ai reparti HR e alle stazioni appaltanti. La coerenza con l’e-CF consente un linguaggio condiviso delle competenze e un’aderenza alle esigenze del mercato europeo, consolidando la spendibilità dei titoli in selezioni, concorsi e bandi.
Questo impianto metodologico si integra con la cornice nazionale: l’aderenza alla Legge 4/2013 sulle professioni non regolamentate e il riferimento alla UNI 11506 per i profili ICT rendono le certificazioni strumenti concreti per il settore pubblico e quello regolamentato. La presenza in banche dati ufficiali facilita le verifiche di validità e la trasparenza per chi deve affidare incarichi critici, riducendo ambiguità e disallineamenti tra curricula e requisiti richiesti. In un contesto di cronica scarsità di professionalità cyber, una valutazione terza e accreditata offre un vantaggio misurabile tanto ai professionisti quanto alle organizzazioni che li selezionano.
Il perimetro delle figure certificate
La proposta di Fata Informatica copre ruoli tecnici e manageriali che presidiano l’intero ciclo della sicurezza: dall’attività di penetration testing e valutazione delle vulnerabilità, alla gestione degli incident in SOC, fino al governo dei rischi e alla definizione dei control framework a livello direzionale. Ogni percorso d’esame prevede prove che verificano non solo le conoscenze teoriche, ma anche la capacità di applicarle in scenari realistici, coerenti con le aspettative delle imprese e con gli standard di riferimento. Questo approccio rende la certificazione un indicatore pratico di idoneità al ruolo, più che un mero traguardo formale.
La spendibilità dei titoli tocca punti sensibili per il mercato: i bandi pubblici, gli appalti e i concorsi. La riconducibilità agli standard UNI ed e-CF e l’accreditamento secondo ISO/IEC 17024 rispondono alle richieste formali delle stazioni appaltanti, consentendo alle organizzazioni di documentare la presenza di figure qualificate con criteri condivisi e verificabili. L’effetto è duplice: maggiore trasparenza nelle procedure e affidabilità nella selezione di competenze destinate a presidiare sistemi e dati ad alto impatto per cittadini e imprese.
Un riconoscimento che parla anche all’estero
Gli Accordi MLA/MRA sottoscritti dall’ente di accreditamento italiano sostengono la circolazione internazionale delle qualificazioni, facilitando la valutazione delle competenze in contesti transnazionali. La cooperazione tra EA, IAF e ILAC è la dorsale che consente a un certificato conforme alla ISO/IEC 17024 di essere compreso nel suo significato e nella sua affidabilità oltre i confini nazionali, pur nel rispetto delle specificità locali degli schemi professionali e dei requisiti di settore. In un mercato cyber sempre più integrato, questa dimensione è decisiva per carriere e progetti che valicano le giurisdizioni.
Il valore attribuito a certificazioni accreditate non si esaurisce nel privato. Anche realtà istituzionali hanno intrapreso percorsi strutturati di certificazione delle competenze del personale secondo ISO/IEC 17024, a conferma di una tendenza che premia la terzietà e l’oggettività nella misurazione delle abilità professionali. È la prova che la cultura della conformità, quando agganciata a standard chiari e a verifiche indipendenti, diventa leva per qualità, responsabilità e continuità operativa nei servizi alla collettività.
Voci e responsabilità: la prospettiva d’impresa
Nelle parole del suo fondatore e CEO, Antonio Capobianco, emerge l’orgoglio per un traguardo definito come un primato: l’essere l’unico ente italiano a rilasciare certificazioni di questo livello, riconosciute sul piano nazionale e internazionale. Il senso profondo di questa affermazione non è l’enfasi, ma la responsabilità: mantenere standard “elevatissimi” in un ambito che incide su continuità operativa, tutela dei dati e fiducia dei cittadini nei servizi digitali. Una responsabilità che si traduce in procedure, sorveglianze, aggiornamenti continui e verifiche esterne, passo dopo passo.
La dichiarazione si inserisce in una stagione in cui la domanda di professionisti certificati cresce e gli standard evolvono. L’ecosistema dell’accreditamento promuove formazione e confronto costante sui requisiti della ISO/IEC 17024, offrendo alle organizzazioni di certificazione e alle parti interessate strumenti per comprendere, applicare e migliorare gli schemi di valutazione. È in questo orizzonte che si misura la solidità di un organismo: nella capacità di coniugare rigore normativo, imparzialità ed efficacia di esame, mantenendo nel tempo la coerenza tra profili professionali e bisogni reali del mercato.
Impatto per professionisti e organizzazioni
Per chi lavora nella cybersecurity, un certificato accreditato è una promessa mantenuta: attesta competenze osservabili e trasferibili, supportate da evidenze d’esame e da sorveglianza periodica. Per chi assume o affida incarichi, la certificazione diventa una scorciatoia virtuosa: riduce l’asimmetria informativa e accelera decisioni delicate, come l’assegnazione di responsabilità su infrastrutture critiche o la guida di programmi di sicurezza. In entrambi i casi, la logica è la stessa: meno marketing, più misurazione, perché ciò che conta è la capacità di fare, con metodo, quando davvero serve.
La ricaduta di sistema è evidente: standard condivisi, classificazioni omogenee e tracciabilità degli esiti alimentano fiducia e resilienza. La sicurezza informatica non è mai il risultato di un singolo gesto, ma di una catena: formazione, esperienza, valutazione indipendente, aggiornamento. Collocare la certificazione accreditata al centro di questa catena significa ancorare la crescita delle competenze italiane a un perimetro di regole capace di dialogare con l’Europa e con il mondo, senza perdere di vista il contesto normativo nazionale e le sue specificità operative.
Domande rapide, risposte chiare
Che cosa aggiunge l’accreditamento ISO/IEC 17024 a una certificazione? Introduce terzietà, regole di esame e sorveglianza, controlli periodici sull’organismo e tracciabilità dei risultati, garantendo che la certificazione misuri competenze reali e aggiornate.
Perché contano gli Accordi multilaterali EA, IAF e ILAC? Favoriscono il riconoscimento internazionale dell’affidabilità delle certificazioni accreditate, aiutando professionisti e organizzazioni a operare oltre confine senza ripetere inutili verifiche.
Le norme UNI e l’e-CF che ruolo hanno? Definiscono profili e competenze in modo omogeneo e comprensibile in Europa, allineando i percorsi di certificazione alle esigenze concrete del mercato e delle stazioni appaltanti.
Le certificazioni accreditate aiutano negli appalti pubblici? Sì: l’allineamento a UNI, e-CF e Legge 4/2013 risponde ai requisiti formali richiesti, rendendo più semplice dimostrare l’idoneità di professionisti e team di progetto.
Uno sguardo che nasce dall’esperienza
Nel nostro lavoro quotidiano raccontiamo la trasformazione digitale con un criterio semplice: valorizzare ciò che è misurabile. La storia di Fata Informatica e della certificazione accreditata in cybersecurity è, in fondo, la storia di un metodo che unisce regole, competenze e responsabilità. In un’epoca di rischi mutevoli, la differenza la fa chi accetta il giudizio di una verifica indipendente e lo trasforma in miglioramento continuo. È qui che si costruisce fiducia, giorno dopo giorno.