Lorenzo Musetti lascia Bruxelles ai quarti: la corsa dell’azzurro si arresta contro il francese Giovanni Mpetshi Perricard, vittorioso in due set. Un epilogo rapido, deciso da pochi punti, che pesa ma non cancella le ambizioni di fine stagione.

Un quarto di finale che scivola via in fretta
Nel cuore della ING Arena, la sfida valida per i quarti dell’ATP 250 di Bruxelles si è risolta in meno di un’ora e mezza: 6-4, 7-6 con tie-break chiuso 10-8 per Mpetshi Perricard. A raccontarlo, con tempi e punteggio, è stata Adnkronos, evidenziando anche come per il francese si tratti del primo successo contro l’italiano, numero 8 del ranking alla vigilia dell’incontro e tra i favoriti del seeding. Una partita compressa, dal margine sottile, in cui l’equilibrio si è spezzato nei dettagli e nel tie-break finale, dove l’azzurro non ha trovato la zampata decisiva.
L’appuntamento era cerchiato in rosso da giorni: il calendario ufficiale riportava l’inizio “non prima delle 16.00” italiane, con copertura televisiva e streaming dedicati. L’agenda, rilanciata da testate specializzate come OA Sport e Sport2u, aveva contribuito a caricare l’attesa per un quarto che metteva di fronte due giocatori dalla personalità tecnica antitetica: l’estro di Musetti e il peso al servizio di Mpetshi Perricard. Un contrasto di stili che ha effettivamente segnato l’inerzia del match, soprattutto nei momenti bollenti.
La cornice belga e i segnali della vigilia
Nei giorni precedenti, il live de L’Équipe aveva fotografato l’attesa attorno alla sfida: primo seed Musetti, quinto seed Mpetshi Perricard, classifica fissata su 8 contro 37 e un precedente recente favorevole all’italiano. Una lettura utile per capire quanto l’appuntamento di Bruxelles fosse anche una verifica mentale dopo settimane dense. Dalla Francia arrivavano dunque numeri e stati di forma, con l’attenzione puntata sulla pericolosità del servizio del transalpino e sulla necessità per l’azzurro di imporre ritmo e variazioni.
Il cammino di Musetti nel torneo si era aperto con il successo su Yannick Hanfmann, raccontato da Tennis TourTalk come una prova di gestione pulita nei momenti importanti: tie-break centrato, break chirurgico nel finale e nessuna palla-break concessa. Quei segnali di solidità avevano riacceso entusiasmo e fiducia, proiettando l’azzurro tra i protagonisti più attesi del venerdì. La realtà del quarto di finale, però, ha imposto un’altra lettura: in un contesto indoor veloce, la prima del francese ha spesso dettato i tempi, complicando le trame di controgioco dell’italiano.
Gli episodi che hanno cambiato l’inerzia
Il primo set è scivolato via con l’inerzia leggera ma costante dalla parte di Mpetshi Perricard, bravo a capitalizzare l’unica finestra aperta. La seconda partita ha avuto la forma di un braccio di ferro vero, risolto in un tie-break infinito, che pesa come un macigno emotivo quando si decide a due punti dal traguardo. Secondo quanto ricapitolato dalle cronache Adnkronos, quel 10-8 nel gioco decisivo ha fotografato una serata in cui all’azzurro è mancata proprio la chiusura, il colpo di coda che aveva spesso trovato in stagione.
Nell’analisi a freddo conta anche la storia recente tra i due. Solo poche settimane fa, a New York, il sito ufficiale degli US Open aveva descritto la rimonta vincente di Musetti all’esordio contro il francese: quattro set, gestione dei turni in risposta e una tenuta mentale che aveva fatto da svolta al suo torneo. Il paradosso di Bruxelles è tutto qui: contro lo stesso avversario, a parità di caratura, l’equilibrio si è ribaltato nella partita dei dettagli.
Tra Shanghai e Torino: il quadro di fine stagione
La sconfitta belga arriva dopo gli ottavi al Masters 1000 di Shanghai, dove Felix Auger-Aliassime ha chiuso i conti in due set, come riportato dal circuito ATP e da diverse testate internazionali. Quel KO, inserito nella volata autunnale, ha ridisegnato sensibilità e margini di classifica, ma non ha azzerato gli obiettivi. In chiave ATP Finals di Torino, le chance restano concrete: l’italiano è rimasto stabilmente in zona utile nella Race all’ingresso del torneo belga, e il calendario offre ancora spazio per consolidare.
Il live di L’Équipe collocava Musetti all’ottavo posto nella Race alla vigilia, un’indicazione che, seppur dinamica, spiega come la corsa sia tutt’altro che chiusa. Dentro questo orizzonte, Bruxelles era una tappa significativa, non l’ultima. La capacità di metabolizzare in fretta un tie-break mancato e ripartire è la chiave che separa una battuta d’arresto da un rilancio immediato. E le prossime uscite indoor, storicamente, possono restituire ritmo e fiducia a chi sa adattarsi in fretta.
Il peso tecnico del confronto
Nel copione del match, la prima di Mpetshi Perricard ha reso rarissime le finestre in risposta; l’azzurro ha provato a cambiare rotazioni e altezze, ma i margini erano stretti. È qui che si inserisce l’elemento più sottile: la gestione dei “mini-momenti”, quei tre-quattro scambi che decidono un set corto o un tie-break lungo. A New York, raccontavano gli US Open, il break al momento giusto aveva ribaltato tutto; a Bruxelles, la forbice si è chiusa dalla parte opposta, con una freddezza più lucida del francese nell’ultima curva.
L’analisi dei giorni precedenti, fra palinsesti e cornici tecniche riportate da OA Sport, aveva già messo l’accento su una superficie indoor particolarmente rapida, poco incline a lunghe costruzioni. In questo ambiente, l’italiano ha bisogno di entrare presto nello scambio con la risposta per non cedere campo. A tratti ci è riuscito, ma non con la continuità necessaria per forzare un terzo set, e quel tie-break – lo specchio della partita – ha ricomposto l’intero racconto in due scambi.
Lo sguardo oltre il punteggio
Restano la lucidità e la prospettiva. Dopo un’estate alterna e la parentesi cinese con l’alt imposto da Auger-Aliassime agli ottavi, l’orizzonte di Musetti non cambia nella sostanza: le Finals sono un traguardo raggiungibile, e le prossime tappe europee offrono la chance di mettere in cassa punti pesanti. È nel reagire ai piccoli scarti – un servizio non aggredito, una scelta a metà – che maturano le settimane decisive. L’autunno indoor, per sua natura, regala curve improvvise: saperci entrare fa la differenza.
Dentro una sconfitta così, il valore non è mai nel rimpianto ma nella tenuta. La stagione ha già raccontato che l’azzurro sa risalire quando serve: dal primo turno vinto agli US Open in quattro set contro lo stesso avversario, fino al controllo mostrato con Hanfmann qui a Bruxelles. Due indizi solidi che, messi in fila, indicano una)
Domande lampo, risposte chiare
Il risultato e la durata del match? Vittoria di Giovanni Mpetshi Perricard su Lorenzo Musetti 6-4, 7-6 (10-8) in meno di un’ora e 25 minuti, come riportato da Adnkronos.
Che peso ha questo KO sulla corsa a Torino? Incide, ma non chiude: l’italiano era in piena zona Race alla vigilia e conserva margini per blindare l’accesso nelle prossime settimane indoor.
Qual è il precedente recente tra i due? Agli US Open 2025, Musetti aveva rimontato e vinto in quattro set contro il francese, come documentato dal sito ufficiale dello Slam.
Da dove arrivava Musetti prima di Bruxelles? Dagli ottavi di Shanghai, persi in due set con Felix Auger-Aliassime, risultato registrato dal sito ATP e da agenzie e media internazionali.
Una chiusura che guarda avanti
Questa sconfitta non ridisegna l’intera stagione: la ridimensiona per una sera, ricordando quanto sia minimo lo scarto nell’autunno indoor. La narrazione, come insegnano i giorni di New York e la gestione solida contro Hanfmann, resta quella di un giocatore capace di rialzarsi con rapidità. Lo confermano gli indicatori raccolti da chi ha seguito il torneo sul campo e online: cronache Adnkronos, live e dati di L’Équipe, agenda tecnica di OA Sport, cornice ATP sul percorso recente. Da qui, il messaggio è semplice: si riparte, con la stessa fame.