È una mattina che pesa. A poche ore dalla vittoria in Eurolega contro il Monaco, Luca Vildoza, 30 anni, play della Virtus Bologna, è stato arrestato insieme alla moglie, la pallavolista serba Milica, con l’accusa di lesioni a personale sanitario. L’episodio è avvenuto in città, nell’area del PalaDozza e lungo viale Silvani. La dinamica, ricostruita dagli inquirenti sulla base delle prime testimonianze, parla di una lite stradale sfociata in un’aggressione a un’operatrice del 118.

Tutto succede dopo una serata di pallacanestro intensa e chiusa con il 77‑73 dei bianconeri sul Monaco. Vildoza era rientrato negli spogliatoi con 8 punti e 3 assist in 15 minuti. Poi, fuori dal palazzetto, la sequenza che lo porta in Questura. Oggi è atteso il giudizio per direttissima in Tribunale a Bologna. Sulla trasferta di Eurolega in Francia, prevista domani, il club deciderà nelle prossime ore.
La notte e i luoghi
Il primo contatto avviene in via Calori, a due passi dal PalaDozza: un’ambulanza si ferma per impostare un indirizzo d’intervento. L’auto con a bordo Vildoza e la moglie arriva dietro, volano gesti di impazienza e parole grosse. Gli equipaggi ripartono, ma il percorso s’incrocia di nuovo su viale Silvani, con la situazione che degenera. In quei minuti — stando alla ricostruzione raccolta — il mezzo di soccorso aveva lampeggianti e sirena accesi.
L’operatrice scende per chiedere spiegazioni. Qui scatta l’aggressione: prima il contatto fisico con la donna, poi l’intervento degli altri sanitari e delle Volanti. La sanitaria viene visitata al pronto soccorso e dimessa con una prognosi indicata in cinque giorni. I coniugi vengono portati in Questura e arrestati con l’accusa di lesioni a personale sanitario.
Le persone coinvolte
Vildoza è il regista scelto in estate dalla Virtus per guidare la nuova stagione. Trenta anni, esperienza internazionale, carattere competitivo: in campo è abituato a prendersi responsabilità nei finali e a tenere alto il ritmo. Ieri sera lo si è visto: utilizzo mirato, due triple pesanti, qualche lettura pulita sul pick and roll. Non è un comprimario, è un tassello di equilibrio.
Al suo fianco c’è la moglie Milica. Ieri notte è coinvolta in ogni fase cruciale del caso: presenza in auto, scambi con i sanitari, contatto fisico raccontato dalle prime relazioni. Anche per lei scatta l’arresto con la stessa imputazione. È un punto delicato: quando in vicende simili c’è di mezzo una coppia, i racconti tendono a sovrapporsi e ad accendersi. Qui conteranno atti e perizie.
La ricostruzione, passo dopo passo
La sequenza che abbiamo raccolto è lineare: un primo incrocio in via Calori, un secondo incrocio su viale Silvani. Nel mezzo, frenate e manovre che avrebbero ostacolato il percorso dell’ambulanza diretta a un intervento. L’operatrice scende, si accende lo scontro verbale, poi quello fisico. Intervengono i colleghi del 118 e, subito dopo, le Volanti. La scena viene notata anche da una pattuglia in transito.
Al pronto soccorso la lavoratrice sanitaria viene medicata e dimessa; la prognosi indicativa è di cinque giorni. Il fascicolo è chiaro nella qualificazione del reato ipotizzato: lesioni a personale sanitario, fattispecie che tutela chi opera in emergenza. L’udienza per il rito immediato è fissata oggi. Ogni ulteriore misura dipenderà da quanto emergerà in aula.
Le prossime ore: giustizia e basket
Il calendario giudiziario entra subito in scena: direttissima in giornata, con gli atti raccolti nella notte. Le versioni saranno vagliate una per una, compresi eventuali filmati e riscontri oggettivi. È un banco di realtà, non di opinioni. Si deciderà sullo status di libertà e sui termini del procedimento. Fino ad allora pesano la presunzione d’innocenza e le carte, nulla più.
In parallelo scorre il calendario sportivo: trasferta a Lione contro l’ASVEL nella seconda gara in 48 ore. La società, intanto, ha attivato gli avvocati e preparerà una nota ufficiale. La scelta sul coinvolgimento del giocatore per la gara in Francia sarà valutata in base all’evoluzione della giornata. Niente corse in avanti, nessuna scorciatoia.
Il campo che non basta a spegnere il resto
Vale la pena ricordarlo: la vittoria di ieri è costruita con 24 punti di Edwards, difesa attenta nel terzo quarto, mani ferme nei liberi. Il PalaDozza si è acceso più volte, con un paio di strappi che hanno spostato inerzia e fiducia. Dentro quel flusso, Vildoza ha messo 8 punti e 3 assist, minuti ordinati, presenza in regia. Tutto confermato dai tabellini ufficiali.
Il punteggio 77‑73 contro il Monaco fotografa una squadra viva. Ma la notte successiva ha cambiato il quadro emotivo. Oggi tutto si sposta di qualche metro: non più il parquet, ma le aule del Tribunale e gli uffici della società. E qui non contano le valutazioni tecniche: contano comportamenti, responsabilità, conseguenze.
Domande legittime
Cosa succederà nei prossimi giorni? Verranno verificati tempi, luoghi, passaggi millimetrici di quella notte. Possibili sanzioni interne – se e quando arriveranno – saranno comunicate dalla Virtus, non anticipate. Noi restiamo sui fatti: arresto nella notte, udienza oggi, prognosi breve per l’operatrice, trasferta da gestire. Tutto il resto è rumore di sottofondo.
E voi, che vivete il basket con passione, lo sapete: ci sono momenti in cui la palla smette di essere il centro. Si tifa perché le cose si chiariscano, perché il lavoro di chi soccorre sia rispettato, perché lo sport torni a parlare di sport. Qui non si alzano bandiere: si aspetta, si ascolta, si leggono gli atti. Poi si riparte, con la misura che serve.