Con Pretty Monster, SCUPPY intreccia pop e hip hop per raccontare il conflitto tra dolcezza e determinazione. Un brano che mette a nudo un dualismo interiore capace di sorprendere, ribaltando l’idea che la gentilezza sia sinonimo di fragilità e mostrando una forza che emerge solo quando serve davvero.

Il messaggio personale di SCUPPY
Per SCUPPY, Pretty Monster è un autoritratto in musica. Voleva che la prima canzone parlasse di sé, del proprio modo di stare al mondo e di affrontare chi gli sta intorno. Al centro della narrazione c’è la convivenza del “buono” e del “cattivo” nello stesso individuo: una tensione che non cancella ma integra, rendendo evidente come la gentilezza, la disponibilità e il rispetto — valori che gli sono stati trasmessi in famiglia e in cui crede con convinzione — possano convivere con una determinazione pronta a emergere quando occorre.
La sua esperienza personale racconta anche un’altra realtà: spesso quella gentilezza è stata scambiata per ingenuità o debolezza, generando fraintendimenti e, talvolta, mancanza di rispetto. In quei momenti è entrata in gioco la parte più ferma, quella capace di affermare confini chiari. Non di rado la reazione altrui è stata di sorpresa, persino di timore, come se la trasformazione lo rendesse un “mostro”. Con Pretty Monster, l’artista invia un messaggio netto: essere gentili non vuol dire essere deboli. È il suo modo di presentarsi al mondo con tutte le sfumature, rivendicando la bontà come forza, non come fragilità su cui approfittare.
La forma musicale del dualismo
La struttura di Pretty Monster riflette il tema che racconta. Le sezioni più morbide e melodiche, figlie del pop, dialogano con passaggi più incisivi e irregolari, vicini all’hip hop, per dare corpo a una narrazione che alterna carezze e fratture. È una tessitura in cui il ritmo sostiene la parola e la parola guida il ritmo, mentre il colore della voce si muove tra leggerezza e decisione, come se due nature opposte si rincorressero senza annullarsi mai.
Questo gioco di contrasti rende visibile l’idea al centro del brano: la possibilità reale di ospitare dentro di sé tratti diversi, persino divergenti, e di farli coesistere in equilibrio. Nei momenti più dolci si sente l’ascolto, l’apertura; in quelli più graffianti emerge la necessità di proteggere ciò che conta. È un’alchimia che trasforma la vulnerabilità in consapevolezza, l’istinto in scelta, restituendo all’ascoltatore una storia riconoscibile e sincera.
C’è anche una precisa presa di posizione. Attraverso questa architettura sonora, SCUPPY rovescia lo stereotipo che associa la mitezza alla rinuncia. Qui la mitezza è presenza vigile. Quando viene spinta oltre il limite, appare quella “mostruosità” evocata dal titolo: un’energia ruvida, necessaria, che emerge solo per difendere la propria integrità. La forza interiore diventa così sostanza del racconto, non ornamento, e tiene insieme le opposte correnti emotive del pezzo.
Chi è SCUPPY
Andrea Esposito, in arte SCUPPY, nasce a Tradate il 7 settembre 1999 e oggi vive a Malnate, in provincia di Varese. Dopo il diploma al Liceo Scientifico, intraprende gli studi universitari in Scienze Biologiche, che frequenta per due anni. La scelta di cambiare rotta non è un ripensamento improvviso, ma un avvicinamento a ciò che sente più affine: un percorso in cui comunicare, raccontare, comprendere gli altri e sé stesso diventa parte integrante della sua direzione.
Decide allora di proseguire con Scienze della Comunicazione, arrivando alla laurea in Marketing nell’ottobre del 2024. In parallelo, la musica resta costante e centrale: una presenza che orienta sensibilità e sguardo, influenzando anche il modo di leggere il quotidiano. Questo intreccio tra formazione e passione crea il terreno per la maturazione dell’artista, dove competenza e creatività si incontrano, preparando il passo successivo del suo percorso.
Dalle prime note al progetto Pretty Monster
Il legame con il canto nasce prestissimo. A circa tre anni, SCUPPY intonava melodie anche fuori contesto, persino tra gli scaffali dei supermercati. I genitori colgono subito quell’inclinazione e lo sostengono, iscrivendolo a lezioni di propedeutica musicale e pianoforte. È una base preziosa: l’educazione all’ascolto, al ritmo, alla costruzione dell’armonia. Da quel terreno germoglia un rapporto con la musica che non ha mai smesso di alimentarsi, fatto di curiosità, tentativi e piccoli traguardi quotidiani.
Con l’adolescenza arriva la scelta di approfondire: iniziano le lezioni di canto per migliorare tecnica e controllo, esplorando possibilità e limiti della voce. Lo studio diventa disciplina e, allo stesso tempo, spazio di libertà espressiva. Ogni esercizio apre una finestra su sfumature nuove, ogni prova affina il modo di raccontarsi. È un lavoro paziente, che trasforma l’intuizione in consapevolezza e che prepara il terreno per le decisioni future.
Nel 2024, raggiunta un’autonomia economica più solida, decide di investire direttamente nel proprio sogno: dà vita al progetto musicale personale e pubblica Pretty Monster. In questo brano si condensano esperienze, valori e una posizione chiara: la gentilezza come forza, non come concessione. È una scelta che mette al centro la verità del vissuto e che apre un capitolo nuovo, in cui il racconto artistico coincide con quello umano, senza compromessi.