Una roadmap nazionale per ricucire il patrimonio edilizio italiano entra nel vivo. Nella Sala Salvadori della Camera dei Deputati, GBC Italia ha presentato il Green Building Forum Italia, in agenda a Milano il 27 ottobre 2025, con l’obiettivo di portare la sostenibilità dall’enunciazione all’attuazione.

Dalla Camera a Palazzo Lombardia: una strategia che chiede concretezza
Il lancio ufficiale alla Camera ha sancito un passaggio di fase: dalla narrazione alla messa a terra di un piano che punta a fare dell’edilizia il motore di una triplice transizione – ecologica, economica e sociale – attraverso una azione corale di istituzioni e imprese. La tappa successiva è fissata al Palazzo Lombardia, dove il Forum riunirà amministratori, accademia e industria per condividere strumenti, tempi e responsabilità. L’annuncio e il calendario dell’iniziativa sono stati confermati dal sito ufficiale di GBC Italia e da una serie di testate economiche che hanno seguito la presentazione in Sala Salvadori.
Nel dibattito preparatorio, autorevoli voci del Governo e delle Regioni hanno chiesto un approccio integrato che vada oltre la sola efficienza energetica. Il Viceministro Edoardo Rixi ha richiamato il peso macroeconomico della rigenerazione, tra norme da aggiornare e incentivi per catalizzare capitale privato e riciclo dei materiali; il Sottosegretario Alessandro Morelli ha sottolineato la dimensione urbanistica e sociale, con alloggi accessibili e quartieri inclusivi; l’Assessore Gianluca Comazzi ha ribadito l’impegno della Regione Lombardia a fare da laboratorio di rigenerazione di qualità. Le posizioni sono state riportate in modo convergente da agenzie e media economici che hanno seguito la conferenza.
Strumenti che misurano e orientano: Whole Life Carbon e “taxonomy verification”
Il cuore operativo anticipato da GBC Italia ruota intorno a due assi: una proposta metodologica per il Whole Life Carbon, capace di valutare l’impronta climatica lungo l’intero ciclo di vita dell’edificio, e una “taxonomy verification” per rendere leggibili, comparabili e credibili gli investimenti allineati alle regole europee. La prima si aggancia alla cornice sviluppata dal World Green Building Council con le Whole Life Carbon Roadmaps, che in Europa orientano politiche e mercati verso la decarbonizzazione totale entro il 2050.
La seconda dialoga con la Tassonomia UE della finanza sostenibile, oggi al centro di una stagione di chiarimenti tecnici e di semplificazioni per ridurre oneri amministrativi, come indicato dalla comunicazione interpretativa della Commissione europea del marzo 2025 e dall’atto delegato “Omnibus” adottato il 4 luglio 2025 con applicazione attesa dal 2026. In questo contesto, una verifica di allineamento chiara e verificabile può facilitare flussi finanziari verso progetti edilizi davvero sostenibili, accelerando la transizione.
Milano hub dell’innovazione applicata
Il 27 ottobre 2025 il Forum occuperà l’Auditorium Giovanni Testori di Palazzo Lombardia, con una giornata di lavori strutturata per portare sul tavolo evidenze, priorità e responsabilità. La sede milanese, sostenuta dalla Regione Lombardia, è pensata come luogo di confronto operativo tra filiera, decisori e comunità professionali. Dettagli logistici, partner e finalità sono disponibili nella pagina evento di GBC Italia e ripresi da fonti di settore che ne confermano programma e impostazione.
Oltre alle sessioni tecniche, il palinsesto prevede la presentazione di un’indagine nazionale sulla percezione degli italiani verso gli edifici sostenibili – con il contributo del sociologo Renato Mannheimer e del team Eumetra – e la pubblicazione dell’Industry Report – Roadmap per il Paese Italia, documento che indica riforme e meccanismi d’investimento per una rigenerazione capillare. Il programma, pubblicato da GBC Italia, evidenzia anche un focus dedicato alla taxonomy verification.
L’orizzonte europeo: EPBD e piani nazionali di ristrutturazione
La cornice regolatoria spinge nella stessa direzione. Con la revisione 2024 della direttiva EPBD, l’Unione europea ha fissato target più ambiziosi: edifici nuovi a emissioni zero dal 2030 (dal 2028 per il pubblico) e riduzione del consumo medio annuo del parco edilizio del 16% entro il 2030 e del 20-22% entro il 2035. Sono obiettivi concepiti per allineare il costruito all’azzeramento delle emissioni entro metà secolo, con ricadute concrete sulle politiche nazionali.
Per l’Italia, la tabella di marcia prevede il recepimento della direttiva entro il 14 maggio 2026 e, già entro fine 2025, la bozza del National Building Renovation Plan con mappatura del patrimonio e traiettorie 2030-2040-2050. Queste scadenze, ricordate da osservatori tecnici e istituzionali, incrociano il lavoro del Forum, che offre strumenti per trasformare gli indirizzi europei in cantieri e capitolati.
La filiera industriale e il salto di qualità atteso
Il sistema produttivo ha segnalato adesione e disponibilità a misurarsi con obiettivi di decarbonizzazione e circolarità. Durante la presentazione sono intervenuti rappresentanti di grandi player – tra cui Heidelberg Materials Italia e RX Italy – a testimoniare una convergenza tra innovazione di prodotto, nuove metriche di prestazione e responsabilità sociale d’impresa. La composizione del panel e i contributi attesi sono stati documentati nelle cronache della conferenza stampa e nelle note stampa istituzionali.
La rete dei partner si sta allargando anche con il coinvolgimento di attori tecnologici. Hilti Italia ha annunciato la partecipazione in qualità di Main Sponsor, segno della volontà dell’industria di attrezzare l’intera catena del valore – dalla progettazione alla posa in opera – con soluzioni e prodotti allineati a criteri ambientali misurabili. Questo contribuisce a trasformare il Forum in piattaforma di collaborazione pubblico-privato orientata a risultati verificabili.
Il parco edilizio italiano, numeri che chiamano scelte
Il contesto spiega l’urgenza. A livello europeo, gli edifici assorbono circa il 40% dell’energia e generano il 36% delle emissioni, con un parco esistente inefficiente per quasi il 75%. In Italia, il settore civile pesa per circa il 44% dei consumi finali e oltre metà del residenziale ricade nelle classi F-G. Nelle comunicazioni legate al Forum, è stata richiamata anche la stima secondo cui l’80% del patrimonio nazionale sarebbe energivoro e poco resiliente: un dato che rafforza la necessità di interventi strutturali.
Questa fotografia si accompagna a un tasso di ristrutturazione storicamente basso e a disomogeneità territoriali. Governare la transizione significa orchestrare misure tecniche e sociali: dalla semplificazione normativa alla tutela dei più fragili, dalla qualità dei materiali al riuso delle aree già edificate. I richiami arrivati in conferenza – incentivi per mobilitare capitali, regole per il riciclo e il riutilizzo dei materiali, alloggi per studenti e famiglie – delineano un’agenda pragmatica che il Forum intende mettere a sistema.
Cosa succederà il 27 ottobre
La giornata milanese prevede apertura istituzionale, sessioni di scenario e tavole rotonde tra istituzioni, mondo accademico e imprese, con la presentazione di strumenti e case study per accelerare la decarbonizzazione del costruito. Il programma pubblicato da GBC Italia include l’intervento dedicato agli “Edifici sostenibili: la percezione degli italiani” e i momenti di confronto su governance, finanza e innovazione, pensati per trasformare impegni e metriche in procedure operative.
Tra gli appuntamenti di maggior rilievo figurano la pubblicazione dell’Industry Report – Roadmap per il Paese Italia e la sessione in cui GBC Italia presenterà la taxonomy verification. L’obiettivo dichiarato è armonizzare le prassi locali con gli standard internazionali, favorendo investimenti credibili e cantieri capaci di generare benefici ambientali, sociali ed economici misurabili. Il sito ufficiale conferma tempi, sede e contenuti attesi del Forum.
Impatto sociale, economico e urbano: un’unica regia
L’orizzonte che emerge è più ampio dell’efficienza energetica. C’è la richiesta di quartieri che restituiscano valore, bellezza e coesione; di un’edilizia che rimetta al centro persone, salute, accessibilità e paesaggio; di regole capaci di facilitare la rigenerazione di interi comparti urbani, anche attraverso partnership pubblico-privato. È una visione che le istituzioni hanno evidenziato durante la presentazione e che il Forum intende tradurre in strumenti: capitolati aggiornati, bandi mirati, flussi finanziari orientati a risultati e impatti.
Sul piano operativo, il confronto annunciato con il Ministero dell’Ambiente e le misure attese su riuso e demolizione/ricostruzione puntano a sciogliere nodi normativi che frenano il riciclo dei materiali e la qualità degli interventi. Rigenerare significa anche scegliere dove investire risorse pubbliche e come abilitare capitali privati, assicurando criteri chiari e tempi certi. È qui che strumenti come Whole Life Carbon e taxonomy verification possono fare la differenza.
Domande rapide per orientarsi
Che cosa s’intende per Whole Life Carbon? È un approccio che somma le emissioni di un edificio lungo l’intera vita: dai materiali e dal cantiere, all’uso quotidiano, fino alla dismissione e al riuso. Serve a evitare “spostamenti” di impatto da una fase all’altra e a guidare scelte di progetto, procurement e gestione in linea con gli obiettivi climatici al 2050, come indicato dalle roadmap sviluppate dal World Green Building Council in Europa.
Che cos’è la “taxonomy verification” e perché conta? È una verifica strutturata dell’allineamento di un investimento ai criteri della Tassonomia UE: rende confrontabili i progetti, riduce il rischio di “greenwashing” e può facilitare l’accesso a capitali orientati alla sostenibilità. Il suo valore cresce alla luce dei recenti chiarimenti tecnici della Commissione e delle semplificazioni in arrivo dal 2026, che puntano a ridurre gli oneri informativi mantenendo saldi gli obiettivi ambientali.
Quali sono le scadenze europee che toccano l’Italia? La direttiva EPBD aggiornata nel 2024 prevede edifici nuovi a emissioni zero dal 2030 (dal 2028 per quelli pubblici) e una riduzione del consumo medio annuo dell’intero parco edilizio entro il 2030 e il 2035. L’Italia deve recepire la direttiva entro il 14 maggio 2026 e presentare entro fine 2025 la bozza del Piano nazionale di ristrutturazione degli edifici con obiettivi e strumenti di finanziamento dedicati.
Perché Milano e la Lombardia sono scelte strategiche? La Lombardia ha una normativa specifica sulla rigenerazione urbana e territoriale (L.R. 18/2019) e programmi attivi di finanziamento ai Comuni per progetti di recupero e riduzione del consumo di suolo. Questo ecosistema amministrativo e tecnico rende Milano un crocevia naturale per discutere governance, strumenti e bandi, facilitando la scalabilità delle soluzioni a livello nazionale.
Chi animerà il confronto tra istituzioni e impresa? Al tavolo sono attesi rappresentanti del Governo e dell’Unione europea, amministratori regionali e comunali, insieme a protagonisti della filiera, dalla produzione dei materiali alla progettazione, fino ai servizi e all’organizzazione fieristica. Dalla conferenza di lancio emergono nomi come Heidelberg Materials Italia e RX Italy; tra i partner dell’evento figura anche Hilti Italia come Main Sponsor, a conferma del coinvolgimento industriale.
Cosa conterrà l’Industry Report – Roadmap per il Paese Italia? È un documento strategico che si propone di indicare riforme e interventi prioritari su politiche urbane, norme edilizie e finanza, con l’obiettivo di accelerare rigenerazione e decarbonizzazione. La sua presentazione durante il Forum punta a trasformare scenari e dati in indicazioni operative per amministrazioni e investitori, mettendo in relazione analisi, governance e filiera.
Perché questa roadmap può cambiare il ritmo del Paese
Ogni trasformazione che dura nel tempo nasce da un patto tra visione e responsabilità. La roadmap che GBC Italia si appresta a presentare mette insieme metriche, strumenti e alleanze per fare della sostenibilità un criterio di progetto, di spesa e di rendimento sociale. Se il Forum saprà connettere priorità pubbliche e investimenti privati, con regole chiare e risultati misurabili, l’edilizia potrà diventare davvero il motore di un nuovo equilibrio tra ambiente, economia e comunità. È questo il terreno su cui misureremo la serietà degli impegni annunciati.
La forza di questa operazione sta nel dare una forma operativa alla parola “rigenerazione”: strutture più efficienti, città più vivibili, quartieri che creano legami e opportunità. Non basteranno slogan o buone intenzioni: serviranno decisioni, capitolati, gare e cantieri capaci di dimostrare che un altro modo di costruire e trasformare è possibile. A Milano, il 27 ottobre, il settore avrà l’occasione di dimostrare che la svolta è iniziata, e che può essere guidata con competenza e coraggio.