Oggi, 16 ottobre 2025, il calendario segna un traguardo rotondo: cento anni dalla nascita di Angela Lansbury. Non è solo un anniversario; è un’occasione per ripercorrere una carriera che ha toccato ogni stanza della casa dello spettacolo, dalla luce degli studi MGM al velluto dei teatri di Broadway, fino al salotto di casa dove, per dodici stagioni, abbiamo accolto Jessica Fletcher come una vicina di fiducia. Nel ricordarla, ritroviamo un’idea di mestiere pulita, testarda, curiosa: quella che rende il talento una promessa mantenuta nel tempo.

Vi proponiamo un ritratto vivo, perché il centenario non appartiene ai calendari ma a noi che continuiamo a guardarla, ascoltarla, citarla. Dalla Londra di Regent’s Park – la città che l’ha vista nascere – alla California dove si è spenta l’11 ottobre 2022 a 96 anni, il suo percorso ha avuto il passo largo delle attrici che non cercano scorciatoie. Tre candidature all’Oscar, sei Golden Globe, cinque Tony più il riconoscimento alla carriera, e una galleria di ruoli che hanno sempre detto qualcosa anche di noi.
Il centenario che unisce mondi
In queste ore l’omaggio corre in parallelo su strade diverse, e noi le seguiamo tutte. Il BFI ha riaperto The Manchurian Candidate mettendone a fuoco la prova magnetica: a 36 anni, Lansbury interpretava la madre di un uomo di appena tre anni più giovane, eppure la crediamo senza esitazioni. È una lezione su come l’arte annulli i conti anagrafici quando la recitazione scolpisce psicologia e potere. Un gran pezzo di mestiere, messo a tema proprio oggi.
Nel Regno Unito, BBC Four riporta in onda lo storico incontro “Angela Lansbury at the NFT” (1973): una conversazione asciutta, piena di aneddoti e scarti di intelligenza, un invito a riascoltarla parlare di sé con ironia e misura. A Birmingham si è chiusa la due‑giorni accademica “Angela Lansbury at 100: Celebrating her Stardom and Legacy”, segno che il suo lavoro interessa ancora, e seriamente, studiosi e addetti ai lavori. Dall’altra parte dell’Atlantico, tra maratone televisive e tour nei luoghi di Murder, She Wrote, la festa continua: chi di voi è passato per Mendocino, la Cabot Cove reale, sa che ogni angolo conserva un pezzetto della sua Jessica.
Dalla Londra di Regent’s Park a Hollywood
Lansbury nasce a Londra il 16 ottobre 1925, figlia dell’attrice irlandese Moyna Macgill e del politico Edgar Lansbury. Durante il Blitz la famiglia ripara in Nord America e poi negli Stati Uniti: è il salto che cambia tutto. A 17 anni il set di Gaslight le affida Nancy, la cameriera dal sorriso obliquo: prima candidatura all’Oscar e un biglietto di sola andata per un cinema dove la sua fisionomia “di carattere” diventa un vantaggio. L’anno dopo The Picture of Dorian Gray: fragilità e voce che resta in testa, Golden Globe annesso.
Gli anni ’50 le stanno un po’ stretti, ma la svolta è dietro l’angolo: The Manchurian Candidate (1962) la consegna alla memoria collettiva. Il suo personaggio – elegante, ambiguo, implacabile – mostra la capacità rara di far passare il gelo attraverso il gesto minimo. Intanto la casa vera è il palcoscenico: lì Lansbury può cambiare pelle con una rapidità che il cinema, allora, non le concedeva.
La regina del musical
Il 1966 la vede trionfare in Mame: un ruolo‑sbornia di vitalità che le vale il primo Tony. Due anni dopo è Dear World, quindi il ruggito di Mama Rose in Gypsy (1975) e l’invenzione comica e feroce di Mrs. Lovett in Sweeney Todd (1979). Quattro titoli, quattro Tony per la Miglior Attrice in un Musical: una striscia che resta un riferimento per chiunque si misuri con la grande forma popolare del teatro musicale.
Il quinto Tony arriva molto dopo, nel 2009, con la Madame Arcati di Blithe Spirit: tempi comici perfetti, leggerezza e malizia. Nel 2013 l’Honorary Award dell’Academy riconosce la traiettoria intera, nel 2022 il Tony alla carriera chiude il cerchio. Se cerchiamo una definizione, ne basta una: artista che ha saputo tenere insieme gusto popolare e disciplina.
Jessica Fletcher e il patto con il pubblico
Da 1984 a 1996 ha abitato le nostre domeniche con Murder, She Wrote – in Italia La signora in giallo. Dodici stagioni, un personaggio che ha insegnato a milioni di spettatori a fidarsi della curiosità e a non mollare il filo. È la tv come complicità: ci si siede, si ascolta, si ragiona. Lansbury porta la serie sulle spalle senza farla pesare, e non stupisce che abbia raccolto 12 candidature consecutive agli Emmy come protagonista (erano anni in cui il premio, paradossalmente, non arrivò mai) e quattro Golden Globe per Jessica, che si sommano ai due vinti per il cinema.
Vi riconoscete in quel passo leggero con cui entra nelle stanze e rimette ordine? Anche questo resta, insieme ai cappotti, alle biciclette a Cabot Cove, alle risate brevi dopo una battuta riuscita. È artigianato dell’empatia, ed è più difficile di quanto sembri.
Un’eredità viva: tra reboot e memoria
In luglio 2025 Jamie Lee Curtis ha confermato che il film ispirato a Murder, She Wrote è “in lavorazione”: la sceneggiatura è affidata a Lauren Schuker Blum e Rebecca Angelo, con Lord & Miller e Amy Pascal alla produzione. Nessuna data, nessuna promessa facile: solo l’impegno a riaprire una storia che per molti di voi è un luogo dell’anima. Il modo migliore per onorare un personaggio è trattarlo con cautela, e qui la cautela c’è.
Intanto i canonici hanno trovato una forma perfetta. Lei stessa ha messo il punto con due sigilli che non invecchiano: il riconoscimento alla carriera dell’Academy (2013) e quello dei Tony (2022). Se cercate un gesto che condensi tutto, tornate a Beauty and the Beast (1991): Mrs. Potts che canta la melodia madre, “Tale as Old as Time”. Sentirete, sotto la voce, la tecnica di chi sa che le fiabe non sono per bambini ma per gli adulti che vogliono ricordarsi come si guarda il mondo.
Perché ci parla ancora
Ci parla perché non ha mai cercato l’effetto, ha cercato il senso. Ha dato cittadinanza al dubbio – nei noir, nei musical, nelle commedie – e ha tenuto in equilibrio ironia e bontà, due parole che in lei non sono mai scivolate nello zucchero. Oggi, cent’anni esatti dopo la nascita, l’omaggio più onesto è rivederla: Gaslight, The Picture of Dorian Gray, The Manchurian Candidate, Mame, Sweeney Todd, Blithe Spirit, un episodio qualsiasi di La signora in giallo. Scegliete voi da dove ripartire.
Noi ripartiamo da qui: dalla precisione, dalla curiosità, dall’idea che il pubblico meriti sempre il massimo. Angela Lansbury ci ha mostrato come si fa. E, a distanza, ci tiene ancora compagnia.