Ad Avella, la festa è tornata a vibrare: Pane, Ammore e Tarantella ha riacceso il Mandamento con una partecipazione straordinaria e un entusiasmo condiviso. In tre giorni il centro storico si è trasformato in un palcoscenico di musica, sapori e incontri, segnando un ritorno atteso e coinvolgente.

Il ritorno che mancava
Dopo cinque anni di pausa, l’edizione 2025 ha riportato Pane, Ammore e Tarantella al centro della vita culturale di Avella. Il festival è tornato con tre giornate dense, pensate per ritessere legami, valorizzare la memoria condivisa e offrire convivialità autentica. Dedicata alla musica popolare e ai sapori della tradizione, la manifestazione ha rianimato il calendario del Mandamento, chiamando a raccolta residenti e visitatori, e trasformando strade e piazze in scena collettiva dove l’identità locale ha ritrovato spazio e piena voce.
Il cartellone ha unito concerti, laboratori e performance di artisti di strada a un percorso di gusto con oltre 70 stand enogastronomici, coinvolgendo anche operatori del settore che ne hanno rafforzato valore e prospettiva. Così la rassegna si conferma tra le più rilevanti del Mandamento e della provincia di Avellino, non solo per numeri e presenze, ma per la capacità di raccontare il territorio con esperienze concrete, equilibrando intrattenimento e contenuti e mostrando l’attenzione per i dettagli che rendono ogni tappa del percorso riconoscibile e curata.
Una comunità in movimento e la città in festa
Le cifre raccontano l’impatto meglio di qualsiasi slogan: oltre 50mila persone hanno affollato strade e piazze del centro storico, trasformando il comune irpino in un crocevia di incontri e suoni. In tre giorni, tra strumenti che risuonavano e passi che si rincorrevano, Avella ha ospitato un flusso continuo di famiglie, giovani e appassionati, attratti dalla musica popolare, dai profumi della cucina e da un’atmosfera di condivisione. Rimettendo in moto passi e immaginazione nel Mandamento, l’evento ha fatto vibrare ogni angolo del paese, con un’energia contagiosa che ha reso ogni momento partecipato e vissuto, fino a trasformare ogni via in un invito all’incontro.
Queste tre giornate, intense e partecipate, hanno riaffermato il ruolo di Pane, Ammore e Tarantella come riferimento identitario per il territorio: un appuntamento che unisce generazioni e custodisce il filo della tradizione. Il gusto, la musica e la socialità hanno viaggiato insieme, offrendo un’esperienza che ha superato lo svago per diventare relazione. Qui la memoria non è nostalgia, ma dialogo: racconti, gesti e note si sono intrecciati per rafforzare il senso di appartenenza di un’intera comunità, rimettendo al centro ciò che accomuna e rigenera, con la semplicità di un ballo condiviso e la concretezza di un brindisi tra vicini.
Il racconto dei protagonisti
Per Mariangela Sorice, presidente della Pro Loco Clanis che ha promosso l’iniziativa, il traguardo ha il sapore della gioia condivisa. Dopo un anno di lavoro continuo, la vista di Avella così viva e partecipe è stata il riconoscimento più significativo. La riuscita di Pane, Ammore e Tarantella premia l’impegno di quanti hanno creduto nel progetto e, soprattutto, restituisce alla città la sua festa più rappresentativa. Ritrovare la propria identità nella partecipazione è stata la spinta che ha guidato scelte e organizzazione, con l’obiettivo di offrire al paese un’occasione capace di rispecchiarlo e di raccontarlo.
Roberto D’Agnese, direttore artistico per Omast Eventi, ha rimarcato un passaggio decisivo: dopo quattro anni di stop, si è tornati esattamente al punto in cui il percorso si era interrotto, ricreando quell’energia collettiva che rende unico questo appuntamento. Ha rivolto un ringraziamento alla Pro Loco Clanis e alla comunità di Avella, che lo hanno fatto sentire parte di una grande famiglia. La forza del festival è la coralità, la somma di gesti e disponibilità che, rinnovandosi, riesce a restituire al pubblico la stessa intensità di un tempo.
Un bilancio che parla chiaro
Il bilancio dell’edizione 2025 è, senza giri di parole, straordinario. La partecipazione ha toccato numeri da grande evento, sostenuta da un’offerta che ha combinato musica, laboratori, artisti di strada e il percorso del gusto con oltre 70 stand enogastronomici. Decisiva la presenza degli operatori del settore, che ha aggiunto valore e prospettiva all’iniziativa, contribuendo a definire un’identità chiara e condivisa. La riuscita non è casuale: nasce da una progettazione attenta e da una rete di competenze che ha lavorato perché ogni tassello trovasse il proprio posto, dal primo all’ultimo giorno, sostenendo un flusso costante di partecipazione e attenzione.
Alla luce di questi risultati, la manifestazione si conferma tra gli appuntamenti più importanti del Mandamento e dell’intera provincia di Avellino. Per tre giorni il comune irpino è stato il vero pulsare della musica popolare, della convivialità e della tradizione, con un coinvolgimento diffuso che ha travalicato i confini cittadini. Quando una comunità si riconosce in un evento, l’evento diventa patrimonio: è ciò che questa edizione ha testimoniato, ribadendo la centralità di Pane, Ammore e Tarantella nel racconto di un territorio che vive del suo ritmo, dei suoi sapori, delle sue voci intrecciate.