Nel cuore della discussione sulla Manovra, l’ipotesi di escludere la prima casa dal calcolo dell’Isee riceve l’apprezzamento di Adriano Bordignon, che guida il Forum delle associazioni familiari, e riapre il confronto su fisco, natalità e cultura, con proposte che puntano a rafforzare il potere d’acquisto delle famiglie e la coesione sociale.

Un segnale atteso dalle famiglie
Per il presidente del Forum delle associazioni familiari, ridurre o azzerare l’impatto della prima casa nel calcolo dell’Isee rappresenta un passo di sostanza: l’abitazione, sostiene, è un bene necessario alla vita del nucleo e non immediatamente liquidabile, dunque non andrebbe a penalizzare l’accesso a prestazioni e bonus. La posizione, maturata in anni di interlocuzioni istituzionali, è stata rilanciata in un colloquio con Adnkronos/Labitalia nella giornata del 15 ottobre, che fotografa un consenso convinto verso la direzione intrapresa dal Governo.
L’argomento si inserisce in una riflessione più ampia: per chi promuove politiche familiari, l’Isee nato per la lotta alla povertà non sempre fotografa la reale capacità economica di chi cresce figli e sostiene spese non comprimibili. Da qui il richiamo a interventi strutturali e coerenti, mentre a Roma si è discusso anche di leve fiscali per i consumi culturali nel convegno “Sostiene la cultura. Consumi culturali e leva fiscale: verso una proposta di detrazione”, promosso da Impresa Cultura Italia–Confcommercio, dove la domanda di misure concrete per le famiglie è risuonata con forza.
Dove cambia l’Isee: la prima casa e le scale di equivalenza
Il quadro delineato nelle linee della Manovra illustrate in Consiglio dei ministri il 14 ottobre indica una revisione dell’Isee che interviene su valore della casa e scale di equivalenza, con l’obiettivo di allargare l’accesso a prestazioni agevolate e rafforzare il potere d’acquisto dei nuclei. Nella nota del Mef, rilanciata dalle agenzie, la stima degli effetti complessivi sfiora i 500 milioni di euro annui, a conferma di un intervento pensato per incidere nella vita quotidiana delle famiglie.
Per capire la portata del possibile cambio di passo, conviene ricordare l’assetto attuale: oggi la casa di abitazione non viene conteggiata per intero nell’Isee, perché esiste una franchigia sul valore Imu (52mila euro, incrementata per figli oltre il secondo), e della parte eccedente si considera una quota, non la totalità. La riforma proposta, se confermata, sposterebbe l’asticella verso un’esclusione più netta, in sintonia con l’impostazione rivendicata dal Forum. A fare da precedente, dal 5 marzo 2025 sono stati esclusi dal calcolo fino a 50mila euro in titoli di Stato e risparmio postale, in virtù del Dpcm 14 gennaio 2025 n. 13 pubblicato in Gazzetta Ufficiale.
Le richieste sul fisco e sulla cultura
Accanto al capitolo Isee, il Forum rilancia la necessità che il taglio dell’Irpef annunciato dall’Esecutivo non sia piatto ma proporzionato al numero dei figli a carico, avvicinando il sistema alla filosofia del quoziente familiare. È un punto politico che dialoga con l’ipotesi di riduzione della seconda aliquota dal 35% al 33% e che, nelle simulazioni circolate nelle scorse settimane, premierebbe i nuclei numerosi, sostenendo natalità e inclusione. La proposta è stata argomentata pubblicamente dal Forum e trova sponda in un contesto in cui la Manovra prevede interventi per famiglie e salari.
Il fronte culturale completa la visione: la richiesta di una detrazione Iva al 19% per i libri scolastici viene indicata come misura rapida e concreta per alleggerire la spesa educativa e rafforzare l’alleanza scuola–famiglia. Il tema è entrato con forza nel convegno di Impresa Cultura Italia–Confcommercio, dove si è parlato anche di un incentivo fiscale più ampio sui consumi culturali, dal libro agli spettacoli dal vivo. In questa cornice, la voce di Adriano Bordignon si è unita a quella di realtà del settore che chiedono un cambio di paradigma.
Numeri e tappe: che cosa sappiamo oggi
Le cifre in campo raccontano una Manovra da circa 18 miliardi, con riduzione della seconda aliquota Irpef, revisione dell’Isee e risorse dedicate a famiglie e sanità. Dopo l’esame del 14 ottobre, il Governo ha programmato un nuovo passaggio in Consiglio dei ministri per chiudere i dettagli, mentre il Documento programmatico di bilancio è in rotta verso Bruxelles secondo le scadenze europee. È un cantiere aperto, in cui la definizione tecnica delle misure cammina di pari passo con la loro sostenibilità complessiva.
Sul perimetro della novità Isee, le ricostruzioni giornalistiche indicano un possibile tetto di riferimento per l’esclusione della prima casa legato al valore catastale, un’ipotesi utile a calibrare la platea dei beneficiari e a contenere i costi. La soluzione finale, però, dipenderà dal testo che approderà in Parlamento. L’intervento sulle scale di equivalenza resta un nodo chiave, perché correggerebbe pesi e maggiorazioni per composizioni familiari diverse, tema che da anni alimenta il confronto fra tecnici e associazioni.
Le risposte in breve
Che cosa cambierebbe togliere la prima casa dall’Isee? Per molte famiglie proprietarie dell’abitazione in cui vivono, l’indicatore si abbasserebbe e diventerebbe più accessibile l’ingresso a prestazioni e bonus collegati all’Isee. Oggi la prima casa non è conteggiata interamente: esiste una franchigia sul valore Imu e si considera solo una quota della parte eccedente; l’ipotesi allo studio prevede un’esclusione più netta. Va ricordato che dal 5 marzo 2025 sono già fuori dal calcolo fino a 50mila euro di titoli di Stato e risparmio postale.
Perché intervenire sulle scale di equivalenza? Le scale di equivalenza “pesano” la capacità economica in base alla composizione del nucleo: più componenti, maggiore il parametro, con specifiche maggiorazioni per figli minori e disabilità. Nella visione del Forum, i figli successivi al primo sono oggi valorizzati in modo troppo decrescente e questo incide sull’accesso alle misure. Una revisione attesa punta a rendere l’indicatore più aderente alla realtà di chi sostiene spese continuative legate alla crescita dei figli.
Quando avremo certezze operative? Le novità sull’Isee e sull’Irpef saranno scolpite nel testo della Manovra e nei successivi decreti attuativi, con gli aggiornamenti dei servizi Inps per la DSU. L’iter prosegue con il nuovo passaggio in Consiglio dei ministri e quindi in Parlamento; l’esperienza recente insegna che, come per i titoli di Stato esclusi dal calcolo, il via libera definitivo arriva con pubblicazione in Gazzetta Ufficiale e indicazioni operative agli utenti.
Oltre la misura tecnica: il senso politico di un cambiamento
Dietro la scelta di alleggerire l’Isee dal peso della prima casa c’è l’idea che la stabilità della famiglia meriti un riconoscimento fiscale mirato. Non si tratta di una concessione simbolica: nel medio periodo può incidere su natalità, investimenti educativi, programmazione delle spese. Eppure, perché la rotta sia credibile, occorre evitare sovrapposizioni e cannibalizzazioni fra misure: aggiungere con una mano e togliere con l’altra eroderebbe fiducia e risultati, come hanno ribadito con chiarezza le associazioni familiari.
In questa pagina che si sta scrivendo, l’informazione economica ha un compito: distinguere ciò che è annunciato da ciò che sarà, spiegare con parole semplici scelte complesse, mantenere alta l’attenzione sugli effetti reali per i nuclei con figli. Lo faremo con la cura di chi considera la famiglia una risorsa pubblica, mettendo in fila dati, passi istituzionali e voci sociali. Solo così il “passo significativo” potrà trasformarsi in un cambiamento percepibile nelle case, nelle scuole, nelle comunità.