Nella giornata che richiama il valore del cibo e delle scelte quotidiane, arriva uno strumento pensato per semplificare la vita a tavola: il “piatto smart”, guida visiva ispirata alla dieta mediterranea per comporre pasti equilibrati con vegetali, cereali integrali, proteine salutari e condimenti di qualità, in modo pratico e consapevole.

Un gesto concreto per una ricorrenza globale
Il 16 ottobre non è una data qualunque: la Giornata Mondiale dell’Alimentazione coincide quest’anno con l’80° anniversario della FAO, e porta il tema “Mano nella mano per un’alimentazione e un futuro migliori”, un invito all’azione che dal cuore di Roma parla al mondo intero, tra iniziative e contenuti pensati per connettere salute, ambiente e comunità. La piattaforma della FAO racconta questo anniversario come un percorso, più che come un evento, per valorizzare scelte accessibili e inclusive in ogni tavola, in ogni Paese.
Dentro questo orizzonte, il programma Smartfood dell’Istituto Europeo di Oncologia di Milano presenta il “piatto smart”: una guida chiara, ancorata a raccomandazioni nazionali e internazionali, che traduce la teoria in pratica quotidiana. Nella stessa occasione viene rinnovato anche il portale smartfood.ieo.it, con sezioni editoriali, infografiche, ricette e strumenti utili per orientarsi fra scienza e vita di tutti i giorni, in una navigazione più intuitiva. Sono tasselli di una stessa idea: portare l’evidenza scientifica nelle scelte di tutti, ogni giorno.
Che cos’è il “piatto smart” e come si compone, passo dopo passo
La grafica del “piatto smart” è immediata: metà del piatto in verdura e frutta variando colore e stagione; un quarto in cereali integrali; il restante quarto in proteine salutari, privilegiando legumi e pesce senza escludere uova, formaggi e carni bianche, con moderazione per la carne rossa. I grassi arrivano da olio extravergine d’oliva, frutta a guscio e semi oleosi, mentre spezie ed erbe aromatiche aiutano a limitare il sale, aggiungendo sapore e micronutrienti. Un criterio semplice per pianificare pranzi e cene bilanciati, senza rinunciare al gusto.
Questo schema visivo nasce dall’adattamento del modello “Il Piatto del Mangiar Sano” di Harvard, ideato dagli esperti della Harvard T.H. Chan School of Public Health con Harvard Health Publishing, e in Italia riletto dal team Smartfood alla luce delle evidenze più solide e del patrimonio mediterraneo. La versione italiana messa a disposizione da Harvard chiarisce proporzioni e qualità dei cibi, offrendo una bussola concreta per chi desidera comporre pasti equilibrati lungo l’arco della giornata.
La cassetta degli attrezzi scientifica
Alla base del “piatto smart” c’è la continuità con le Linee guida per una sana alimentazione del CREA – Centro di Ricerca Alimenti e Nutrizione, lo strumento di riferimento italiano che traduce i LARN in indicazioni pratiche per la popolazione. Negli ultimi anni il CREA ha evidenziato anche l’allineamento con i temi della sostenibilità, integrando il rapporto tra scelte alimentari, salute e ambiente: un approccio moderno che aiuta a rendere concrete le raccomandazioni di ogni giorno, dalla varietà di frutta e verdura alla qualità dei grassi.
Il quadro si completa con le Raccomandazioni del World Cancer Research Fund, che indicano modelli alimentari ricchi di cereali integrali, vegetali, frutta e legumi, limitando carni rosse e lavorate, bevande zuccherate e alimenti ad alta densità energetica, in un pacchetto di comportamenti che agisce in sinergia con il movimento e il controllo del peso. Un factsheet pubblicato nel 2025 ha rafforzato l’impianto di politiche e scelte individuali per la prevenzione, consolidando l’utilità di questi capisaldi nella vita reale.
Una piramide mediterranea aggiornata per parlare alle nuove generazioni
Nel 2025 la SINU – Società Italiana di Nutrizione Umana ha presentato, durante il 45° congresso nazionale, una versione aggiornata della piramide della dieta mediterranea: più spazio agli alimenti vegetali, centralità dell’olio extravergine d’oliva, e un linguaggio visivo pensato per facilitare l’adesione soprattutto tra i più giovani. L’obiettivo è rendere immediati i comportamenti virtuosi, dall’aumentare legumi e cereali integrali al ridurre gli ultraprocessati, offrendo una sintesi moderna di salute e sostenibilità.
Questa rielaborazione, che la stessa SINU descrive come strumento aggiornato per professionisti e cittadini, si inserisce in un filone di comunicazione che privilegia chiarezza, frequenze di consumo e attenzione all’impatto ambientale. È un linguaggio che dialoga perfettamente con il “piatto smart”, aiutando chi legge a trasformare la teoria in scelte giornaliere più semplici: dal piatto alla lista della spesa, con indicazioni pratiche e messaggi coerenti, senza estremismi e nel rispetto delle abitudini culturali.
Dal piatto al carrello: scelte che stanno bene insieme
Portare in tavola il “piatto smart” significa allenare lo sguardo alla qualità: riempire metà piatto di colori e consistenze vegetali, scegliere cereali integrali come base energetica, alternare legumi, pesce, uova, formaggi e carni bianche come fonti proteiche, e condire con olio extravergine d’oliva. Una cucina che profuma di erbe e spezie permette di tenere a bada il sale senza rinunciare al gusto, mentre frutta a guscio e semi regalano croccantezza e nutrienti preziosi.
La scelta delle bevande completa il quadro: acqua come prima opzione quotidiana, con tè e caffè non zuccherati a supporto dell’idratazione e un’attenzione costante a evitare le bevande zuccherate. Questo approccio, ribadito dalle fonti accademiche che hanno dato vita al “Piatto del Mangiar Sano”, aiuta a restare fedeli all’equilibrio energetico e a limitare gli zuccheri liberi. È il modo più semplice per fare spazio alle calorie che contano davvero: quelle degli alimenti che nutrono.
Il portale rinnovato: dove la scienza incontra la pratica
Il sito di Smartfood IEO è stato riprogettato per diventare un punto di riferimento agile: Food Science per gli approfondimenti, be SMART per gli strumenti pratici (dalla spesa consapevole alla lettura delle etichette, dalla conservazione alla cottura), Nutrizione dalla A alla Z per orientarsi tra definizioni e miti da sfatare. Articoli, infografiche, ricette e risorse multimediali accompagnano il lettore in un percorso che rende utilizzabile, subito, ciò che la ricerca dimostra.
Questa identità editoriale, sobria e concreta, si affianca a iniziative che puntano a creare comunità intorno alle buone pratiche alimentari. Programmi come il Premio Smartfood, lanciato nel 2025, raccontano la volontà di premiare aziende impegnate nel miglioramento nutrizionale dei prodotti, e di fornire ai consumatori strumenti per scegliere con maggiore consapevolezza. È un modo per tenere insieme divulgazione, partecipazione e impatto reale.
Domande che ci vengono poste spesso, risposte immediate
Che cos’è, in pratica, il “piatto smart”? È una guida visiva che aiuta a comporre pasti equilibrati secondo il modello mediterraneo: metà verdura e frutta, un quarto cereali integrali, un quarto proteine salutari, con olio extravergine d’oliva, frutta a guscio e semi come condimenti di qualità. Nasce per trasformare raccomandazioni scientifiche in scelte quotidiane, riducendo la distanza tra teoria e pratica grazie a indicazioni chiare e replicabili a casa, in mensa o al ristorante, senza rinunciare al piacere di mangiare bene.
È una “dieta rigida” o posso adattarla ai miei gusti e alla mia vita? Il “piatto smart” non impone menu standardizzati: offre proporzioni e priorità, lasciando libertà di scelta degli alimenti dentro ogni gruppo. L’idea è rispettare i propri gusti e le abitudini familiari, mantenendo costante la qualità complessiva del piatto. È uno strumento flessibile, pensato per accompagnare orari, stagioni e preferenze personali, senza sacrificare equilibrio e varietà: un approccio che facilita l’aderenza nel tempo, anche nei giorni più pieni.
Quanto pesce dovrei portare a tavola durante la settimana? Le indicazioni italiane citate nei progetti educativi con Smartfood IEO ricordano che il pesce è una fonte proteica preziosa e, in linea con le Linee guida del CREA, può essere consumato 2–3 volte a settimana in porzioni standard, privilegiando specie sostenibili. Questo suggerimento aiuta a variare le proteine, alternandolo a legumi e ad altre scelte di qualità, nel rispetto dell’equilibrio del piatto e della stagionalità.
Devo eliminare del tutto la carne rossa? No: la chiave è limitare la carne rossa e evitare quelle lavorate, come indicano le raccomandazioni del WCRF. Per chi la consuma, gli esperti suggeriscono di non superare circa 350–500 g a settimana (peso cotto) e di orientarsi più spesso verso legumi e pesce, usando carni bianche con moderazione. È un equilibrio che abbina gusto, sicurezza nutrizionale e sostenibilità nel tempo.
Quali grassi scegliere e cosa bere ogni giorno? L’olio extravergine d’oliva è il condimento di riferimento, mentre frutta a guscio e semi aggiungono grassi “buoni” e micronutrienti. Per le bevande, l’acqua resta la prima scelta; vanno bene tè e caffè non zuccherati, mentre le bevande zuccherate sono da evitare. Le linee accademiche di Harvard indicano anche di limitare latte e derivati a una–due porzioni al giorno, inserendoli con misura dentro il bilancio generale del piatto.
Dalla grafica al gesto quotidiano: un invito che parla a tutti
C’è una ragione se la semplicità convince: quando una guida funziona, le persone la fanno propria. Il “piatto smart” è questo: un promemoria visivo che ci riporta all’essenziale, mettendo al centro vegetali, cereali integrali, legumi, pesce e olio extravergine d’oliva, in coerenza con le grandi raccomandazioni scientifiche e con gli obiettivi globali della FAO. È un modo per sentire la salute ogni giorno, con scelte di buon senso rese più facili da regole chiare.
Dal nostro osservatorio giornalistico, il valore di questa iniziativa sta nel farci fare pace con la quotidianità: poco, bene, ogni giorno. Non la promessa di ricette miracolose, ma l’educazione a una misura che dura. Se la Giornata Mondiale dell’Alimentazione ci ricorda che il cibo unisce, il “piatto smart” ci offre lo strumento per trasformare quel messaggio in abitudine. E quando la scienza diventa gesto, la tavola torna a essere il luogo in cui ci prendiamo cura di noi stessi e degli altri.