A Longiano, la chiusura de “I Guerri – Ritratto di famiglia” si accende con il violoncello solo di Francesco Guerri: Su Mimmi non si spara. Una serata che intreccia visione, suono e parola, per salutare un percorso condiviso nel segno della Fondazione Tito Balestra.

Un finale in musica
Comunicato stampa, Longiano, 14 ottobre 2025. Domenica 19 ottobre segna l’ultima opportunità per varcare le porte dell’ex Chiesa della Madonna di Loreto e visitare “I Guerri – Ritratto di famiglia”. L’esposizione ha reso omaggio a una stirpe che, con naturalezza e profondità, incarna la potenza di una tradizione artistica in cui convivono visione, suono e parola: valori che sono anche le fondamenta della Fondazione Tito Balestra, custode di un patrimonio condiviso e vivo. Un percorso corale che ha mostrato, attraverso opere e sguardi, come l’eredità possa diventare dialogo tra generazioni.
Nel giorno di chiusura, alle ore 17.30, il percorso espositivo si prolunga in musica nella Sala dell’Arengo del Castello Malatestiano di Longiano, dove risuonerà Su Mimmi non si spara, progetto per violoncello solo di Francesco Guerri. La mostra ha riunito un ritratto di famiglia fatto di mani e voci diverse: un incisore, un pittore-scultore e un musicista, ovvero Giampiero, Federico e Francesco Guerri, il cui dialogo creativo trova qui un approdo naturale e condiviso. Un passaggio di testimone che si compie davanti al pubblico, trasformando l’esperienza della visione in ascolto.
Il progetto “Su Mimmi non si spara”: tra forma e abbandono
Su Mimmi non si spara è un viaggio per violoncello solo che rifiuta etichette. Nato come repertorio interamente originale e poi approdato, nel 2019, a una pubblicazione per RareNoise Records, il lavoro si muove con naturalezza tra scrittura e improvvisazione. L’equilibrio non è mai fermo: cambia, scarta, si ricompone, lasciando che ogni brano si definisca nel contatto vivo con il momento e con l’ascolto. Tra le linee scritte e gli spazi lasciati aperti, la tensione creativa si alimenta di dettagli, di respiri, di una fisicità che rende la pagina sonora in continua trasformazione.
L’improvvisazione rappresenta il punto di partenza: una mappa aperta che progressivamente cede spazio a forme più riconoscibili. A loro volta, le strutture scritte si liberano, esplorano nuove rotte espressive grazie all’intensità della performance e a un rapporto con lo strumento tanto corporeo quanto intransigente, talvolta persino ruvido. È in quell’attrito che la musica trova il suo dire, senza compromessi, lasciando emergere verità minute e brucianti. Così l’ascolto diventa un atto di presenza, e il gesto strumentale si fa narrazione, capace di piegare i confini del genere e di restituire al pubblico un’esperienza intensamente personale.
Visione, suono, parola: l’eredità dei Guerri
“I Guerri – Ritratto di famiglia” ha dato corpo a un intreccio di saperi e sensibilità: l’incisione, la pittura e la scultura, la musica. In questa trama prospettica si incontrano Giampiero, Federico e Francesco Guerri, testimoni di una continuità che non è semplice somiglianza ma dialogo. I valori di visione, suono e parola – cardini della Fondazione Tito Balestra – sono diventati esperienza condivisa nello spazio dell’ex Chiesa della Madonna di Loreto. Una cornice capace di far emergere legami, contrasti, assonanze che raccontano una storia familiare, ma anche un’idea di comunità.
Nel solco del Polo Museale Fondazione Tito Balestra, questa rassegna ha mostrato come l’arte possa passare di mano in mano senza perdere autenticità, anzi amplificando prospettive. Quando la memoria diventa gesto presente, l’eredità smette di essere peso e si trasforma in pratica condivisa. È in questo spirito che la serata conclusiva apre all’ascolto del violoncello di Francesco Guerri, come naturale prosecuzione di un racconto familiare che attraversa generi e linguaggi. Lo sguardo del pubblico viene così invitato a spostarsi, a misurarsi con un’altra forma di presenza, in cui il suono diventa immagine interiore e l’immagine chiama il suono.
Luoghi e tempi dell’incontro a Longiano
Domenica 19 ottobre, alle ore 17.30, Longiano (FC) si riunisce per l’atto conclusivo di un percorso espositivo e sonoro. L’ultima visita a “I Guerri – Ritratto di famiglia” è ospitata nell’ex Chiesa della Madonna di Loreto; a seguire, il pubblico si sposta nella Sala dell’Arengo del Castello Malatestiano per ascoltare Francesco Guerri in Su Mimmi non si spara. Un passaggio fluido tra luoghi che restituiscono misura e respiro al dialogo tra le arti. Una geografia ravvicinata che invita a camminare, a sostare, a lasciarsi attraversare dalla bellezza di un patrimonio che parla al presente.
È un appuntamento che chiude il cerchio: la mostra voluta dal Polo Museale Fondazione Tito Balestra trova nel concerto la sua coda naturale. La scansione del tempo – visita, attraversamento, ascolto – guida lo spettatore dentro un rito semplice e potente. Ogni passaggio è un invito a fermarsi, a riconoscere ciò che resta e ciò che cambia, fino a incontrare il suono nudo del violoncello. La città si raccoglie attorno a un momento di ascolto collettivo che ha il sapore di una promessa.
Il percorso di Francesco Guerri: studi, incontri, palcoscenici
Francesco Guerri (Cesena, 1977) è violoncellista e compositore. Si diploma con il massimo dei voti al Conservatorio “B. Maderna” di Cesena nel 2000 e, subito dopo, sceglie di misurarsi con territori non convenzionali: musica improvvisata, ricerca elettroacustica, linguaggi legati al rock. Questo slancio verso il confine alimenta un repertorio personale, che negli anni diventa laboratorio continuo, tra palcoscenico e studio, con un’attenzione costante all’ascolto e al rischio creativo. Una traiettoria che si riflette nel lavoro solistico come nelle molte collaborazioni, sempre orientate a una visione di apertura.
Nel tempo collabora con figure di rilievo come Tristan Honsinger, Carla Bozulich, Domenico Caliri, Ches Smith, Cris Corsano, Fabrizio Spera, Fabrizio Puglisi, Francesco Diodati, Vincenzo Vasi, Laurence “Butch” Morris, William Parker, Nicola Guazzaloca e molti altri. Si dedica con convinzione al solo originale, presentandolo in festival come RomaEuropa Festival, Forlì Open Music, Isole che Parlano, e in programmi radiofonici quali I concerti del Quirinale e Radio3 Suite Jazz. Un itinerario che coniuga ricerca e presenza scenica, sempre spinto dalla curiosità verso ciò che il suono può raccontare oltre i confini disciplinari.
In ambito teatrale e performativo, il suo violoncello accompagna la ricerca di realtà come Teatrino Clandestino, Teatrino Giullare, Francesca Grilli, Chiara Guidi – Societas. Qui la musica diventa materia scenica, disegna spazi, si intreccia con la voce e il gesto, contribuendo a costruire drammaturgie che respirano. Ogni progetto è un campo aperto, dove l’ascolto reciproco genera forme nuove. È in questa prossimità con la scena che il suo linguaggio si affina, aprendosi a sfumature ritmiche e timbriche che nascono dall’incontro con gli altri.
Dal 2001, Guerri collabora con il Day Hospital di Psichiatria e Psicoterapia dell’Età Evolutiva dell’Ospedale Maggiore di Bologna, occupandosi di disagio in età evolutiva. Un impegno silenzioso e tenace che affianca la vita artistica e ne nutre il senso, ricordando come il suono possa farsi presenza, ascolto, prossimità. La musica entra in relazione, accoglie, apre varchi: anche qui risiede la responsabilità di un percorso che non separa mai arte e vita. Questa attenzione al presente delle persone, e in particolare dei più giovani, restituisce profondità al suo sguardo musicale, rendendo ogni performance un atto di cura.
Un ascolto che lascia traccia
Da anni percorre questo cammino con passo lento, occhi puntati sulle minuzie: così Francesco Guerri descrive la propria ricerca. Dice di raccogliere piccoli frammenti di mondo, dal profumo di selvatico, e di portarli con sé ovunque vada. Sono semi di vita che finiscono per confondersi con ciò che è, con il suo odore, con il sapore della sua carne. Parole che restituiscono l’immagine di una musica capace di farsi corpo, di aderire alla storia personale e, insieme, di aprire varchi nell’immaginazione di chi ascolta.
In questo spirito si inscrive la serata del 19 ottobre: un incontro in cui la tradizione familiare si intreccia con la ricerca di un autore che fa del violoncello un laboratorio vivo. Longiano diventa spazio di condivisione, dove la mostra e il concerto si richiamano e si completano. L’arte, qui, è eredità che si dona e si rinnova. Un invito semplice e diretto a esserci, a lasciarsi sorprendere da un suono che porta con sé il respiro della famiglia e la libertà dell’improvvisazione.