Natura e acqua entrano a pieno titolo nel lessico della prevenzione. Gli esperti dell’Istituto superiore di sanità ricordano che integrare il contatto con spazi verdi e blu alle terapie sostiene benessere e coesione, offrendo una risposta concreta anche alla crisi climatica. Un invito che, nella cornice della Giornata mondiale dell’habitat di oggi, suona come una chiamata all’azione.

Un invito a curarsi anche all’aperto
Affiancare alle cure tradizionali il contatto guidato con parchi, giardini, canali, fiumi e specchi d’acqua non è un esercizio poetico: è una scelta di sanità pubblica che sostiene la salute individuale e, insieme, produce benefici ambientali e sociali. Lo sottolinea il Dipartimento Ambiente e Salute dell’Iss, ricordando come l’uso consapevole degli spazi verdi e blu apra la strada a una prevenzione moderna, capace di integrare sostenibilità ecologica e mitigazione degli effetti della crisi climatica dentro percorsi di cura concreti e misurabili.
In questa prospettiva, il direttore del Dipartimento, Giuseppe Bortone, richiama l’attenzione sugli ecosistemi equilibrati: quando sono sani, incidono in modo significativo sul nostro benessere. Non è un’idea isolata: le aree verdi e blu stanno entrando nelle politiche e nelle leggi più attente all’ambiente e trovano sponda nei piani di prevenzione sanitaria, nazionali e regionali. La salute non inizia in corsia: si costruisce, giorno dopo giorno, nei luoghi che abitiamo e che scegliamo di frequentare.
Dal principio alla pratica: la rete VeBS
Questa visione scende sul terreno con il progetto “Il buon uso degli spazi Verdi e Blu per la promozione della Salute e del benessere” (VeBS), in corso presso l’Iss e finanziato dal Ministero della Salute nell’ambito del Piano nazionale per gli investimenti complementari (PNC) – E.1 Salute, Ambiente, Biodiversità e Clima. Capofila è la Regione Calabria, con Arpa Calabria al coordinamento tecnico e l’Iss al coordinamento scientifico. Il partenariato comprende Regione Emilia-Romagna/Arpae, Regione Lazio – Dep. Epidemiologia Ssr – Asl Roma, Università Cattolica del Sacro Cuore, Università di Bologna, Cinsa, Ispra e Regione Abruzzo/Arta.
Le azioni già intraprese tengono insieme studio, formazione e comunicazione, mirando a promuovere un utilizzo corretto, consapevole e partecipato di parchi e corsi d’acqua. L’obiettivo operativo è chiaro: rafforzare politiche e strumenti per la pianificazione, la manutenzione e la gestione delle aree verdi e blu urbane, così da accrescere la conoscenza degli effetti sulla salute e orientare decisioni pubbliche e comportamenti individuali. La prevenzione diventa un gesto quotidiano, fatto di passeggiate, accessibilità e fruizione sicura degli spazi comuni.
Prescrizioni verdi e blu: la strategia che completa le cure
L’Iss sta valorizzando il concetto di “prescrizioni verdi e blu”: un approccio che integra la pratica clinica con interventi basati sulla natura, fondati su esposizioni guidate agli ambienti naturali e progettati per giocare un ruolo chiave nella prevenzione. Non si tratta di alternative alle terapie, ma di un’integrazione intelligente che accompagna i percorsi di cura con attività all’aperto strutturate e accessibili, misurate sui bisogni delle persone e delle comunità.
Le evidenze richiamate dagli esperti puntano verso un miglioramento della salute mentale, del sistema immunitario, della funzione cardiovascolare e muscoloscheletrica, oltre che della regolazione dello stress quando l’esposizione alla natura entra, con metodo, nella pratica clinica. Tra i contributi scientifici citati, rientrano anche gli approfondimenti sulle “prescrizioni verdi e blu” presentati nell’ambito delle attività collegate al progetto VeBS, che confermano la solidità del quadro metodologico e applicativo.
L’occasione della Giornata mondiale dell’habitat
Il messaggio dell’Iss trova un palcoscenico naturale nella ricorrenza di oggi, lunedì 6 ottobre 2025, data in cui le Nazioni Unite celebrano la Giornata mondiale dell’habitat, appuntamento che ricorre ogni anno il primo lunedì di ottobre. L’osservanza globale di quest’anno è collegata alla risposta alle crisi urbane, richiamando politiche capaci di coniugare salute, pianificazione e resilienza.
All’interno di questo quadro, l’integrazione di aree verdi e blu nelle strategie pubbliche assume un valore che va oltre l’estetica urbana: significa progettare città che riducano l’inequità sanitaria, mitigando gli impatti del clima e creando opportunità di prevenzione capillare. Ogni albero piantato, ogni argine curato, ogni parco reso accessibile è un tassello di salute pubblica che parla al presente e costruisce futuro.
Acqua, città e benessere: un patto possibile
Le aree blu — canali, fiumi, specchi d’acqua — sono alleate preziose quanto i parchi. Favoriscono attività fisica dolce, promuovono socialità, sostengono la qualità dell’aria e del microclima urbano. Insieme agli spazi verdi, forgiano ambienti dove prevenzione e cura dialogano davvero con la quotidianità. Restituire centralità a questi luoghi significa riconoscere che il benessere non è un traguardo astratto, ma una pratica che prende forma lungo i viali alberati e sulle rive che attraversano i nostri quartieri.
È in questa tessitura che il progetto VeBS orienta istituzioni, professionisti e cittadini verso scelte concrete: accessi più semplici, fruizione sicura, manutenzione attenta e informazione capillare. La salute collettiva cresce quando ognuno può contare su spazi prossimi, accoglienti e ben curati, dove la relazione con la natura non è un privilegio, ma una componente ordinaria della vita urbana. La rotta è segnata, e abbraccia tanto la prevenzione quanto la qualità del vivere.
Tracciabilità delle informazioni e responsabilità editoriale
Questo approfondimento si fonda sulle comunicazioni dell’Istituto superiore di sanità e sulle informazioni diffuse dall’agenzia Adnkronos, con cui collaboriamo da sempre come riferimento primario; le specifiche progettuali di VeBS e il coinvolgimento dei partner sono riscontrabili nella documentazione ufficiale (Iss, Ispra, Snpa). Il contesto della Giornata mondiale dell’habitat, incluse data e inquadramento, è tratto dai materiali delle Nazioni Unite e di UN-Habitat.
La scelta di escludere link e riferimenti promozionali risponde a un criterio di chiarezza e di tutela del lettore: la trasparenza passa dalla verificabilità, ma anche dalla sobrietà degli strumenti. In un tempo che chiede sintesi e affidabilità, restituiamo i fatti essenziali: l’invito a “prescrivere” natura accanto alle terapie, il valore degli spazi verdi e blu, il lavoro in corso per trasformare un principio in pratica diffusa e misurabile.
Domande rapide per orientarsi
Cosa si intende per aree verdi e blu?
Parchi e giardini per il verde; canali, fiumi e specchi d’acqua per il blu. Sono ambienti naturali e semi-naturali che, se vissuti con continuità e in sicurezza, offrono benefici diretti alla salute e al benessere.
Perché “prescriverle” accanto alle cure?
Perché integrano la pratica clinica con interventi basati sulla natura, migliorando salute mentale, funzioni cardiovascolari e muscoloscheletriche, risposta immunitaria e gestione dello stress, senza sostituire le terapie indicate dai professionisti.
Chi coordina il progetto VeBS?
La Regione Calabria è capofila; il coordinamento tecnico è di Arpa Calabria e quello scientifico dell’Iss, con il contributo di partner nazionali tra cui Ispra, Arpae Emilia-Romagna, Regione Lazio – Dep. Epidemiologia Ssr – Asl Roma, Università Cattolica, Università di Bologna, Cinsa e Arta Abruzzo.
In che modo la Giornata mondiale dell’habitat è collegata al tema?
È la cornice internazionale che invita a ripensare città e salute. Celebrata il primo lunedì di ottobre, quest’anno cade oggi, 6 ottobre 2025, richiamando politiche integrate per ambienti urbani più sani e resilienti.
Uno sguardo che unisce clinica e territorio
La nostra lettura si muove da un presupposto semplice: la prevenzione è più forte quando esce dagli ambulatori e incontra la vita delle persone. Valorizzare parchi, giardini, corsi d’acqua come parte integrante delle cure significa restituire concretezza alla parola “benessere”. Se insieme — istituzioni, professionisti, cittadini — sapremo custodire e rendere accessibili questi luoghi, la salute smetterà di essere promessa e diventerà esperienza quotidiana, condivisa e inclusiva.