All’interno della XIX edizione di RemTech Expo, il ruolo dei geologi è stato riconfermato come leva strategica per la sicurezza e la crescita del Paese, con il confronto tra istituzioni e professionisti a certificare la centralità di queste competenze nella gestione del suolo, del sottosuolo e delle emergenze geo-ambientali.

Una piattaforma sempre più centrale per l’ambiente
Con la sua diciannovesima edizione, RemTech Expo si è presentata come un vero crocevia di competenze dedicate all’innovazione ambientale, riunendo operatori pubblici e privati attorno a uno scenario in continua evoluzione. L’iniziativa, promossa dal Consiglio Nazionale dei Geologi, ha offerto tavoli di lavoro, confronti tecnici e testimonianze operative, delineando un quadro nel quale la conoscenza del suolo e del sottosuolo diventa condizione preliminare a qualsiasi politica di sviluppo. La contemporaneità delle sfide climatiche impone soluzioni concrete, e RemTech ha messo in vetrina tecnologie, procedure e best practice capaci di rispondere a questa urgenza.
In questo contesto, l’attenzione si è concentrata sui geologi, professionisti capaci di interpretare i segnali nascosti nei sedimenti, nelle rocce e nelle acque sotterranee. Il programma della manifestazione li ha posti al centro delle riflessioni strategiche: dalla bonifica dei siti contaminati, alla pianificazione infrastrutturale, fino alla progettazione di opere pubbliche resilienti. Comprendere ciò che la Terra racconta è il presupposto per ridurre l’esposizione ai rischi e, al tempo stesso, alimentare uno sviluppo economico duraturo, ed è proprio questo il messaggio forte che RemTech ha inteso rilanciare al termine dei suoi lavori.
Il contributo dei geologi al sistema di protezione e allerta
Il confronto tra esperti ha evidenziato come i professionisti della Terra siano ingranaggi indispensabili del meccanismo di Protezione Civile. Il loro lavoro parte dalla raccolta di dati geologici e geofisici, passa per la modellazione di scenari di frana, alluvione o instabilità sismica, e arriva alla definizione di piani di emergenza per governi locali e autorità nazionali. Nessuna strategia di prevenzione può prescindere da analisi profonde del sottosuolo, perché è in quei contesti che nascono le criticità che, in superficie, mettono a rischio vite umane e infrastrutture.
Le competenze dei geologi si estendono inoltre ai Centri funzionali, strutture in cui vengono quotidianamente elaborate previsioni meteo-idrologiche e tradotte in bollettini di allerta. Da queste sale operative partono indicazioni dirette a Presidenza del Consiglio dei Ministri, Regioni e Comuni, consentendo decisioni tempestive sulla chiusura di scuole, l’evacuazione di aree sensibili o l’attivazione di squadre di soccorso. La tempestività dell’informazione, nutrita da dati scientifici solidi, rappresenta il vero scudo che tutela i cittadini, attribuendo ai geologi una responsabilità primaria nel sistema di allarme nazionale.
Presenze istituzionali che rafforzano la visione
La partecipazione del Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, Gilberto Pichetto Fratin, ha conferito all’appuntamento un peso politico rilevante. L’esponente di governo ha ribadito quanto la transizione ecologica necessiti di competenze solide, evidenziando che le analisi geologiche costituiscono la base di ogni scelta infrastrutturale o industriale responsabile. Quando le istituzioni mostrano ascolto e riconoscimento, la voce della comunità scientifica diventa uno strumento di governo, capace di guidare investimenti e normative verso obiettivi di sostenibilità reale e non raccontata, a beneficio di tutti.
Accanto al ministro si sono alternati sul palco il Sottosegretario Alessandro Morelli e l’On. Jacopo Morrone, protagonisti di un confronto serrato con i rappresentanti della categoria. I temi cardine hanno riguardato la mappatura delle aree critiche, la gestione delle georisorse e il ruolo che le tecnologie emergenti possono assumere nell’abbattimento dei costi ambientali. La sintonia registrata tra politica e mondo tecnico invia un segnale preciso: la sicurezza del territorio diventa materia di governo solo quando poggia su dati scientifici condivisi.
Sinergie professionali per lo sviluppo sostenibile del territorio
La chiosa della manifestazione ha posto l’accento sulla necessità di un’alleanza stabile tra geologi, ingegneri, architetti e amministrazioni pubbliche. Nel suo intervento, il Presidente Massimo Sessa ha richiamato la collaborazione già avviata con il Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici, ricordando che la qualità dei progetti si misura sulla capacità di integrare scienza del suolo, innovazione tecnologica e sostenibilità economica. Solo un approccio plurale garantisce opere capaci di resistere al tempo e agli eventi naturali, trasformando la prevenzione in valore per tutta la collettività.
La volontà di connettere competenze diverse emerge come risposta concreta a un quadro geo-ambientale sempre più complesso. Geologi e tecnici di settori affini hanno ribadito che la condivisione di banche dati, metodologie e strumenti è l’unico modo per ridurre tempi e costi degli interventi, senza sacrificare parametri di sicurezza. In gioco non c’è solo il rispetto delle norme – hanno sottolineato i relatori – ma la capacità dell’Italia di trasformare la prevenzione in motore di crescita economica e occupazione stabile.