La notte ha consegnato al Nord Italia un paesaggio duramente provato: piogge torrenziali, torrenti ingrossati e terreni cedevoli hanno imposto ore di ansia e di lavoro frenetico ai soccorritori, mentre le comunità contavano i danni e temevano l’irreparabile.

Soccorsi in Lombardia: la voragine che ha fermato un treno
Le precipitazioni cadute senza sosta su Lecco e provincia hanno eroso la massicciata nei pressi della stazione di Bulciago, generando all’improvviso una profonda voragine a ridosso dei binari. Il macchinista di un convoglio in transito, avvertito in pochi secondi dai vigili del fuoco, ha potuto arrestare la corsa a metri dalla rottura del terreno, evitando un incidente che avrebbe potuto trasformarsi in catastrofe. Il silenzio irreale che è seguito allo stop del treno è stato rotto soltanto dalle comunicazioni concitate tra la cabina di comando e la sala operativa, mentre i passeggeri, increduli, assistevano alle prime ispezioni con torce e fari dei soccorritori.
Le squadre hanno immediatamente circoscritto l’area, predisposto il controllo geotecnico della sede ferroviaria e organizzato il deflusso in sicurezza dei viaggiatori. Nel frattempo, le strade attigue si sono riempite di mezzi d’emergenza: uomini, pompe idrovore e tiranti per mettere in sicurezza la scarpata compromessa. Rete ferroviaria e autorità locali hanno avviato accertamenti sull’intero tracciato, consapevoli che lo smottamento potrebbe non essere un episodio isolato. La priorità è stata garantire l’incolumità di chi si trovava a bordo e scongiurare ulteriori cedimenti, obiettivo raggiunto grazie alla tempestività dell’allarme e alla perfetta sinergia tra istituzioni, tecnici e volontari.
Evacuazioni, strade interrotte e auto intrappolate tra Como e Lecco
Spostandosi verso il lago, la furia dell’acqua ha colpito il territorio comasco: a Torno e Blevio l’esondazione di alcuni torrenti montani ha inondato seminterrati e piani terra, costringendo 19 residenti a lasciare le proprie abitazioni nel cuore della notte. I vigili del fuoco, coadiuvati dalla protezione civile, hanno raggiunto i punti più critici in gommone, poiché le strade risultavano sommerse da fango e detriti. Molti residenti hanno descritto l’arrivo dell’onda come un boato sordo, seguito da un flusso inarrestabile che trascinava tronchi, pietre e oggetti domestici, lasciando dietro di sé un tappeto di macerie e un odore acre di legno fradicio.
La Sp Lariana, arteria fondamentale per i collegamenti fra Como e Bellagio, è stata chiusa a causa di frane e allagamenti persistenti. Decine di automobilisti sono rimasti bloccati all’interno dei propri veicoli nei sottopassi, finché i sommozzatori non hanno raggiunto le portiere sommerse per tirarli fuori. In provincia di Lecco, invece, uno smottamento ha interrotto la linea ferroviaria locale, aggiungendo disagi a una circolazione già duramente messa alla prova. L’impressione, raccontano gli abitanti, è di un territorio fragile che in poche ore ha mostrato tutti i suoi limiti strutturali, dal reticolo idrografico alle infrastrutture di viabilità.
Friuli Venezia Giulia sotto la pioggia: dati e previsioni
Un flusso di correnti sud-occidentali cariche di umidità ha raggiunto nella notte la costa friulana, riversando fino a 70 millimetri di pioggia tra Lignano Sabbiadoro e Bibione. Tra la Bassa pianura udinese e l’Isontino i pluviometri hanno segnato fra 30 e 50 millimetri, mentre a Gemona del Friuli il cumulato ha toccato quota 40. I cittadini sono stati svegliati dai rovesci incessanti e dal suono del vento che fischiava tra i tetti, preludio di una giornata di notevole instabilità. Sulla fascia costiera i vigili del fuoco hanno dovuto fronteggiare i primi allagamenti sin dalle 6 del mattino, con otto richieste di intervento giunte al numero unico d’emergenza da Lignano, Latisana e Bibione.
Le previsioni dei modelli numerici, aggiornate di ora in ora, indicano la persistenza di correnti meridionali molto umide almeno fino a sera, con la concreta possibilità di temporali stazionari e rovesci di forte intensità. Sulla costa il vento, inizialmente di provenienza orientale e di moderata intensità, dovrebbe ruotare da sud nelle ore centrali, rinforzando sensibilmente, per poi disporsi da sud-ovest nel pomeriggio. Protezione civile regionale ha messo in allerta i comuni della fascia orientale per possibili mareggiate, specie tra Lignano e Grado. La raccomandazione è di evitare spostamenti non necessari e di non sostare a ridosso dei litorali maggiormente esposti.
Modelli in tempo reale: cosa aspettarsi nelle prossime ore
Gli esperti concordano nel ritenere che la fase più critica sia destinata a concentrarsi fra il pomeriggio e la prima serata, quando l’interazione tra il fronte atlantico in avvicinamento e l’aria umida preesistente potrebbe generare celle temporalesche di notevole energia. Tali strutture, se stazionarie, potrebbero scaricare enormi quantità d’acqua su aree ristrette, con rischio di allagamenti lampo e colate detritiche. Il vero pericolo, spiegano i meteorologi, non è soltanto la quantità d’acqua totale, ma la rapidità con cui cade e la difficoltà del terreno saturo a drenarla, condizione che aumenta l’instabilità dei versanti montani.
In serata, secondo gli scenari più accreditati, le precipitazioni dovrebbero attenuarsi su pianura e costa, mentre resisteranno residui rovesci in montagna, localmente ancora abbondanti. I tecnici manterranno un presidio continuo dei corsi d’acqua, consci che, nonostante la tregua, gli effetti di quanto già caduto potrebbero manifestarsi con un certo ritardo, innescando frane o rigonfiamenti improvvisi dei torrenti. Le autorità invitano a non abbassare la guardia, soprattutto nelle zone già colpite da smottamenti nei mesi scorsi.
Vigili del fuoco senza sosta: 280 chiamate in 24 ore
L’ondata di maltempo non ha risparmiato il Centro Italia, spingendo i vigili del fuoco a un tour de force che in poche ore ha totalizzato 280 interventi tra Lazio, Liguria, Toscana e Lombardia. Solo la sala operativa di Roma ha gestito, durante la notte, un centinaio di richieste: alberi crollati su carreggiate, cartelloni pubblicitari pericolanti, tetti danneggiati e scantinati invasi dall’acqua a Bracciano, Sacrofano, Montelibretti e nei Castelli Romani. Ogni finestra socchiusa, raccontano i residenti, lasciava entrare lo scroscio della pioggia e il ronzio delle motoseghe al lavoro per liberare le strade.
Nel Comasco, a partire dalle 3.15 del mattino, i vigili hanno portato a termine una quarantina di missioni, un flusso continuo di chiamate che ha costretto la sala operativa a raddoppiare il personale. Anche a Lecco la situazione si è rivelata complessa: oltre quindici uscite per prosciugamenti e verifiche statiche dopo l’ennesimo smottamento sulla ferrovia locale. L’impressione diffusa tra gli operatori è quella di un’Italia che, sotto la spinta di eventi meteorologici sempre più intensi, vede moltiplicarsi gli scenari di rischio in simultanea.
Toscana, Lazio e Liguria: criticità diffuse e frane
In Toscana le province di Massa Carrara e Livorno sono state bersagliate da pioggia e vento: trenta interventi nella prima, sessanta nella seconda. Sull’Isola d’Elba, in località Forno, una frana ha isolato circa duecento residenti, tagliando l’unico asse viario disponibile; ruspe e tecnici del Genio civile lavorano per liberare la carreggiata e ripristinare la rete idrica danneggiata. Gli abitanti, rimasti senza collegamenti, descrivono ore di apprensione vissute al buio, con il frastuono di sassi che rotolavano verso valle.
Situazione critica anche a La Spezia, dove quaranta operazioni hanno riguardato la messa in sicurezza di alberi pericolanti, il soccorso ad automobilisti rimasti bloccati nei sottopassi e il pompaggio di scantinati allagati. Nel Lazio, infine, il litorale romano ha fatto i conti con mareggiate e raffiche impetuose: numerose insegne stradali, travolte dal vento, sono state rimosse in fretta per evitare incidenti. Il bilancio provvisorio parla di danni materiali ingenti ma, fortuna vuole, nessuna vittima: un risultato che testimonia l’efficacia della macchina dei soccorsi e, allo stesso tempo, la vulnerabilità delle nostre infrastrutture di fronte a precipitazioni sempre più estreme.