Il cuore della tempesta pulsa sempre più vicino alla costa centro‑settentrionale del Vietnam. Kajiki avanza rapido, con raffiche fino a 166 km/h, e nel primo pomeriggio locale è atteso l’impatto sulla fascia compresa tra Thanh Hoa e Nghe An, con piogge torrenziali e mare ingestibile. Le autorità hanno predisposto trasferimenti di popolazione su larga scala e chiuso due scali strategici; flotte pescherecce a terra, scuole sbarrate, voli riprogrammati. Non è un’allerta routine: è un piano di protezione civile a tappeto per ridurre al minimo il rischio di vittime e danni.

Sulla terraferma si lavora senza pause. All’alba erano già decine di migliaia le persone portate via dalle aree più esposte, mentre oltre 325.500 residenti risultano destinati a rifugi temporanei in cinque province costiere; il dispiegamento di forze è imponente, con 16.500 militari e oltre 100.000 unità della forza territoriale mobilitati per evacuazioni e soccorsi. Vi sembra tanto? In queste ore fa la differenza: significa autobus, brande, pasti caldi, generatori, logistica. Vinh, snodo urbano di Nghe An, è già sotto pioggia battente, negozi serrati e sacchi di sabbia a difesa degli ingressi.
La traiettoria e le prossime ore
Il quadro sinottico è chiaro: Typhoon 19W (Kajiki) spinge da est verso ovest con un minimo barico profondo (967 hPa alle 06:00 UTC), mare con onde significative fino a 9–10 metri e un campo di vento esteso che abbraccia l’intero Golfo del Tonchino. Le stime convergono su un atterraggio nel pomeriggio tra Thanh Hoa e Nghe An/Ha Tinh, quindi l’ingresso sul Laos in attenuazione entro domani. Non serve l’ossessione dell’orologio: in eventi così rapidi mezz’ora avanti o indietro cambia poco per chi è in zona rossa, ma cambia tutto essere già al riparo.
Dietro a quei numeri c’è un pericolo concreto: frane e piene lampo nei rilievi interni, allagamenti urbani lungo la costa e storm surge sulle foci, con acqua spinta a riva da vento e pressione. La combinazione di vento forte e mare molto agitato tenderà a prolungarsi anche dopo l’atterraggio, soprattutto nei tratti esposti del litorale da Thanh Hoa a Quang Tri.
Evacuazioni e misure sul territorio
Gli ordini sono semplici e non negoziabili: spostare le famiglie fuori dalle case vulnerabili e bloccare ogni uscita in mare. I piani di evacuazione coprono oltre 325.000 persone, mentre oltre 500.000 trasferimenti restano pronti in caso di aggravamento nelle ore dell’impatto. In prima linea i reparti di Military Region 4 e le unità locali della protezione civile, con mezzi anfibi, fuoristrada e presìdi nei centri scolastici adibiti a ricovero. Se vi trovate lì, avete già visto il via vai: sirene, altoparlanti, check‑point che instradano verso le palestre comunali.
Le località più esposte al vento e alle mareggiate, stando alle ultime analisi operative, sono Thanh Hoa, Nghe An, Ha Tinh, Quang Binh e Quang Tri: uscite in mare vietate, rientro obbligatorio per i pescherecci, attività turistiche sospese sulle spiagge. Vi siete chiesti se valga la pena “fare un salto al molo per vedere”? No: il fronte di raffiche arriva a distanza dal centro, con onde e risacche imprevedibili.
Trasporti e voli: cosa è stato sospeso
Due aeroporti chiusi oggi per ragioni di sicurezza: Dong Hoi (Quang Binh) dalle 04:00 alle 16:00 locali e Tho Xuan (Thanh Hoa) dalle 10:00 alle 21:00. Le compagnie hanno cancellato o riprogrammato decine di voli da/per l’area interessata; scuole chiuse in più province. Se avete biglietti in mano, verificate lo stato del volo: i vettori aggiornano gli operativi nel corso della giornata, con ripartenze concentrate dopo la finestra di maltempo.
Sulla viabilità interna, i blocchi temporanei riguardano i tratti esposti ai corsi d’acqua e agli smottamenti, con presìdi della polizia stradale e accessi agli svincoli contingentati quando necessario. I porti locali hanno interrotto gli imbarchi: navigazione costiera sospesa, ormeggi rinforzati, controllo continuo di banchine, gru e serbatoi.
Piogge e fiumi: dove cadrà più acqua
Le proiezioni convergono su cumulate di 150–300 mm tra Thanh Hoa e Quang Tri entro domani, con picchi locali oltre 600–700 mm sulle fasce orografiche e sui versanti sopravento. In queste condizioni, alluvioni improvvise e colate di detrito sono probabili sui bacini di Nghe An e Ha Tinh; le autorità idrauliche monitorano livelli e scarichi su dighe e canali. Non sottovalutiamo i centri urbani: le piene di sottopasso e i rigurgiti fognari sono classici nelle prime tre ore di nubifragi persistenti.
Nel Golfo del Tonchino restano attesi mari molto agitati con onde fino a 9–10 metri a largo e frangenti violenti sotto costa, specie sulle bocche dei fiumi. Per chi abita vicino alle foci e ai tratti di litorale basso, il rischio è l’acqua che entra dal lato mare, non solo dalla pioggia.
Uno sguardo oltre la costa: Hainan e i riflessi regionali
Mentre Kajiki ha lambito Hainan (Cina meridionale), Sanya ha fermato trasporto pubblico e attività turistiche; circa 20.000 persone evacuate e migliaia di marittimi rientrati in porto. È un tassello della stessa storia: stesso sistema, stesso serbatoio di calore del mare che lo alimenta, stessa prudenza.
Dopo l’impatto in Vietnam, la traiettoria porta il nucleo della tempesta verso Laos e Thailandia settentrionale con indebolimento graduale, ma piogge generose al seguito. Tradotto: chi è a valle dei grandi bacini deve tenere d’occhio anche le piene di ritorno nelle 24–36 ore successive.
Cosa fare se siete in zona
Domanda diretta: serve uscire adesso? No. Restate al chiuso, lontani da vetri esposti, al piano più alto se abitate vicino a corsi d’acqua; preparate torce, power‑bank, radio e acqua. Auto e scooter non sono rifugi: parcheggiateli lontano da alberi e linee elettriche. Seguite solo gli avvisi ufficiali e non tentate di documentare la mareggiata dal vivo: un’onda di traverso può sorprendere anche a distanza. Se le autorità vi hanno indirizzato a un punto di raccolta, partite senza indugi: l’ora migliore è prima che il vento salga.