Pioggia torrenziale e fiumi in piena hanno tenuto Milano con il fiato sospeso nella notte, costringendo la città a interventi d’emergenza e a decisioni lampo per proteggere i cittadini e le infrastrutture più esposte.

Fiume Lambro, innalzamento improvviso e misure straordinarie
In appena due ore, a partire dalle 2 di notte, sull’area urbana milanese si sono rovesciati quasi 50 millimetri di pioggia: un dato che, da solo, descrive l’intensità dell’evento. Il Lambro, monitorato costantemente dai tecnici comunali, ha guadagnato ben 1,70 metri, toccando quota 2,40 all’altezza di via Feltre. L’assessore Marco Granelli, responsabile di Opere pubbliche, Cura del territorio e Protezione civile, ha reso noto che l’impennata dei livelli idrometrici imponeva contromisure immediate per evitare scenari ancora più critici lungo l’intero corso fluviale.
Alla luce di parametri così allarmanti è scattata l’evacuazione della comunità Ceas – Centro Ambrosiano di Solidarietà, struttura che offre accoglienza e sostegno a persone fragili. Parallelamente, nella zona di Ponte Lambro i soccorritori hanno chiuso via Vittorini installando paratie mobili: una barriera indispensabile quando la linea di galleggiamento del Lambro e quella fognaria si avvicinano pericolosamente. La rapidità con cui si è passati da una pioggia insistente a un’emergenza conclamata conferma l’importanza di una catena di comando preparata e di protocolli collaudati.
Effetti sulla rete viaria e sull’assistenza ai più fragili
Il blocco di via Vittorini non rappresenta soltanto una misura tecnica: coinvolge la quotidianità di residenti, operatori sanitari e volontari che transitano in quell’area per raggiungere ospedali e servizi di welfare. Le pattuglie della Polizia locale hanno presidiato gli accessi per impedire che auto in transito restassero intrappolate in un potenziale fiume d’acqua. La viabilità alternativa, predisposta in poche ore, è l’esempio tangibile di una macchina organizzativa che sa reagire a pressioni improvvise.
Nel frattempo gli ospiti del Ceas, molti dei quali con fragilità croniche, sono stati trasferiti in strutture temporanee individuate insieme al Comune e alla Protezione civile. Personale socio-sanitario ha accompagnato ogni spostamento, assicurando medicinali e assistenza continua. Non è un semplice cambio di indirizzo: per chi vive situazioni di marginalità, la stabilità emotiva è un pilastro imprescindibile che rischia di incrinarsi quando la natura mostra il suo lato più aggressivo.
Il fronte perturbato: origine atlantica e scenari di rischio
La perturbazione responsabile del nubifragio proviene dall’Atlantico ed è entrata sul Nord Italia attraverso la Francia, portando con sé masse d’aria instabili. Il mix fra aria calda pre-esistente e correnti più fredde ha alimentato celle temporalesche capaci di scaricare precipitazioni violente, accompagnate da rovesci di forte intensità, fulminazioni frequenti, grandinate localizzate e raffiche di vento. Le condizioni ideali perché i corsi d’acqua, già tesi per le piogge delle ore precedenti, raggiungessero livelli di guardia in tempi record.
Alla luce dei fenomeni in corso, la Protezione civile ha confermato per oggi l’allerta arancione su porzioni di Lombardia e Liguria, mentre il grado giallo riguarda le restanti zone delle due regioni, oltre a Piemonte, Emilia-Romagna, Veneto, Toscana e alcuni settori di Friuli-Venezia Giulia e Marche. I bollettini sottolineano che la combinazione di pioggia battente e vento forte può innescare frane nei versanti più ripidi e blackout nelle aree meno infrastrutturate.
Seveso sotto osservazione: la vasca di laminazione resta in stand-by
Sul bacino del Seveso, altro sorvegliato speciale, le precipitazioni si sono mantenute sotto soglia critica. Sebbene l’impianto di laminazione sia stato posto in stato d’allerta, non si è reso necessario attivarne la piena funzionalità. Il costante confronto tra pluviometri, modelli previsionali e sopralluoghi sul campo permette di scegliere il momento esatto per far defluire l’acqua in eccesso, evitando così sia l’esondazione sia lo spreco di risorse operative.
Gli idrotecnici rimangono comunque pronti a intervenire qualora la perturbazione dovesse intensificarsi nelle prossime ore. Squadre miste di operai, vigili del fuoco e volontari hanno verificato tombini, bocche di lupo e canali scolmatori lungo tutto il corso del Seveso. Una sorveglianza continua che punta a ridurre al minimo gli imprevisti molti chilometri a monte del centro cittadino, dove la densità edilizia rende ogni centimetro d’acqua potenzialmente pericoloso.
Sicilia, epilogo tragico nel torrente Crisa
Mentre Milano fronteggiava l’emergenza idraulica, in provincia di Enna si concludevano con esito drammatico le ricerche di un uomo disperso nel torrente Crisa, presso Leonforte. I vigili del fuoco, impegnati senza sosta dalla sera precedente, hanno rinvenuto il corpo senza vita dell’uomo, mettendo fine a ore di speranza e apprensione per la comunità locale. La notizia è giunta come un duro monito sulla pericolosità dei corsi d’acqua in piena, anche in aree che spesso sfuggono all’attenzione mediatica.
Sono tuttora in corso le delicate operazioni di recupero della salma, rese complesse dall’orografia impervia e dal terreno reso scivoloso dalle precipitazioni. Le autorità locali hanno espresso cordoglio ai familiari e invitato la popolazione alla prudenza, ricordando che, in presenza di condizioni meteorologiche avverse, l’osservanza delle norme di autoprotezione resta la difesa più efficace. L’episodio siciliano, sebbene distante dal capoluogo lombardo, testimonia come il medesimo fronte perturbato stia lasciando segni profondi su gran parte del Paese.